Si può solo confidare nel karma

- di: Barbara Leone
 
Appena una settimana fa, in occasione della Festa del papà, riflettevo in questo spazio sull’enorme differenza che intercorre tra l’essere padre e l’essere papà. Perché non sempre le due cose coincidono. Anzi. Molto spesso, purtroppo, i padri creano inenarrabili danni ai figli, soprattutto a livello psicologico. Arrivando anche a fare molto, ma molto male. E’ successo ad una ragazza di Ponzano Veneto, che nei giorni scorsi ha scritto sulle sue pagine social raggelanti parole su suo padre. Ma riavvolgiamo il nastro. Lo scorso 16 marzo viene diffusa una notizia sconvolgente. Un vero pugno allo stomaco, per gli amanti degli animali e non. Perché per condannare certi atti ignobili non occorre di certo amare gli animali. Basta essere persone civili. Succede che una cagnolina viene lanciata dal finestrino di un’auto in corsa. Così: come un sacco dell’immondizia. Che, per la cronaca, è pure quello un reato. A trovarla sul ciglio della strada è un’anima buona, che sentendo le sue urla strazianti di dolore si attiva immediatamente per i soccorsi. Una corsa contro il tempo vana perché la cagnolina, che si scoprirà essere anziana e cieca, morirà dopo un giorno di atroce agonia. La vicenda sconvolge l’intera comunità, che unitamente alle Forze dell’ordine si mette sulle orme dell’assassino. E sottolineo assassino. Il quale oltre che crudele, è evidentemente anche stupido. Dal momento che la cagnolina aveva il microchip. E così non ci è voluto molto a risalire a lui.

Pochi giorni fa la ragazza di cui sopra pubblica la fotografia della sua cagnolina, con commento al seguito: «Quella che vedete è la vera ragione per cui il mio cane è morto. Volete il nome del colpevole: eccolo. Proprio così, mio padre». E ancora: «Odio fare tutte queste storie, ma voglio che la gente sappia. Non accetto la morte di Piccola, nessuno si merita una morte del genere. Quello che chiedo è di diffondere il più possibile questa storia e che il colpevole paghi le conseguenze di aver fatto soffrire una creatura indifesa». E poi chiosa: «Non capisco come sia riuscito a fare una cosa del genere dopo quasi 18 anni passati con lei». Praticamente tutta la vita sua, perché la ragazza di anni ne ha appena 20. Parole che si traducono anche in una vera e propria denuncia. Perché, spiega, «una persona del genere merita l’ergastolo». E merita l’ergastolo non solo per ciò che ha fatto alla cagnolina, ma anche per l’irreparabile trauma che ha procurato a sua figlia. Che, giustamente e con grande coraggio, ora non ne vuole sapere più nulla di lui. Un atto peraltro compiuto a tradimento, perché da quanto si è capito la ragazza vive momentaneamente lontano da casa. In pratica questo grandissimo pezzo di emme, essere immondo e inutile che a questo mondo ruba solo ossigeno, ha fatto fuori in un sol colpo cane e figlia. Complimenti proprio! Conseguenze? Poca roba, perché nonostante la denuncia dei Carabinieri, dell’Enpa e pure della figlia per la legge italiana un cane è un cane. E pure se lo ammazzi o se lo torturi (come il bastardo che ha dato fuoco al suo cane a Palermo poco tempo fa) al massimo ti becchi una multa per maltrattamento. Ma nella migliore delle ipotesi, eh. Altro che ergastolo che invoca questa povera ragazza. Nei suoi sogni, magari. E pure nei nostri. Per come stiamo messi, si può solo confidare nel karma. 
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