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Se questa è l’Europa di domani fatemi scendere, che vado a piedi

- di: Barbara Leone
 
Lo confesso: quando guido, specie in autostrada, ho una fottutissima paura dei camion. No. Non è l’angolo dello psicologo, ma semplicemente la condivisione di un problema che riguarda molte più persone di quanto si creda. A temerli, secondo un sondaggio targato Linear Assicurazioni (Gruppo Unipol), sono il 33% degli automobilisti. In pratica, quasi quattro su dieci. Sarà la mole, saranno i carichi a volte pericolosi, sarà che quando ti si piazzano dietro se poco poco vai un po’ più piano del previsto iniziano a lampeggiarti come degli ossessi ruggendo a mo’ di leone nella savana. Sarà che quando ti sorpassano fanno sobbalzare l’auto, e tu sei lì che sudi freddo e stringi fortissimamente il volante sperando di non sbandare, sarà che nella vita qualche manovra azzardata gliel’abbiamo vista fare… Insomma, vero è che sono un’irrecuperabile ansiosa per natura, ma di ragioni per temere questi imponenti e massicci autoarticolati ce ne sono. Ultima, ma non da ultima, la sensazione (magari sbaglio) che facciano un po’ come gli pare. Basti pensare che quando nei vari ponti delle festività se ne dovrebbero star fermi con tanto di divieto di circolazione loro (molti, non tutti ci mancherebbe) sene sbattono altamente e vanno tranquillamente per la loro strada. E sì, lo sappiamo tutti quanto sia faticoso fare il camionista. Vita dura, orari impossibili, mal di schiena più varie ed eventuali. Senza contare la perenne lontananza dalla famiglia. E però ciò non li autorizza a fare, come spesso fanno, gli spavaldi forti della loro magnificenza. Perché certi camion so’ belli assai. Non a caso tra i bambini sono tra i regali più apprezzati: dai modelli container a quelli con mega rimorchio fino all’intramontabile autocarro dei pompieri. Tutti ci hanno giocato. Ovviamente maschietti in pole position. Perché, anche se i tempi cambiano, quello del camionista rimane un lavoro quasi prettamente maschile. Con le dovute eccezioni. Ora, grazie ad una discutibile (secondo me) decisione della solita Ue, potranno intraprendere questo avventuroso mestiere anche i ragazzini. Avete capito bene. 

Il Parlamento europeo ha, infatti, dato il suo via libera alla riforma delle norme Ue sulle patenti. E tra le effervescenti novità c’è proprio l’abbassamento dell’età minima per poter condurre camion e auto. In base al testo approvato da Strasburgo, si potrà dunque guidare un mezzo pesante già a 17 anni, purché accompagnati da un adulto. Ah ecco, mo’mi sento proprio sollevata! Ma siccome non c’è mai fine al peggio ecco che la norma prevede anche che per le auto, Suv compresi, ci si potrà mettere alla guida a partire dai 16 anni. Lo scopo di questa riforma, che per fortuna al momento è solo sulla carta, è anche nobile. Perché in capa a loro tal illuminatissimo provvedimento dovrebbe, e mai come in questo caso il condizionale è d’obbligo, ridurre gli incidenti e a favorire l’occupazione nel settore dei trasporti. Che magari sul secondo punto hanno anche ragione. Sebbene nutro qualche dubbio sul fatto che il sogno di un ragazzino della cosiddetta Generazione Z sia quella di fare il camionista. O magari sì, con tanto di dirette su TikTok e follower al seguito. Il che, se permettete, mi preoccupa alquanto. Ma ciò che veramente mi fa salire l’angoscia è proprio la questione incidenti. Cioè… Stavamo scarsi a guidatori imprudenti, smargiassi e folli? Camionisti e automobilisti, perché in quanto a sventatezza non v’è differenza alcuna. Ma ve lo vedete un diciassettenne alla guida di un bestione di tre metri per dieci tonnellate? Se questa è l’Europa di domani fatemi scendere, che vado a piedi.
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