Russia: comunque sia realmente andata, Putin ha perso

- di: Diego Minuti
 
La strana conclusione dell'azione di Evgenij Prigozhin ha mostrato al mondo, ma soprattutto alla Russia - che negli ultimi vent'anni è stata costretta, sotto una martellante propaganda, a credere nell'onnipotenza del regime-, la fragilità del sistema di potere che sino ad oggi ha accompagnato Vladimir Putin. Analizzando le poche ore in cui si è dipanata la trama eversiva del capo del gruppo Wagner, balza evidente che la Russia, che non poteva certo avere ignorato la crescente aggressività verbale di Prigozhin, si è fatta trovare totalmente impreparata, dando del suo apparato di difesa una immagine imbarazzante.

Perché puoi mostrare al mondo le tue navi e i tuoi carrarmati, dire che hai il maggior numero di testate nucleari e di essere pronto a farvi ricorso se attaccato, ma se bastano poche migliaia di uomini, sebbene addestrati e fedeli al loro capo, a fare temere che Mosca potesse essere espugnata, allora sei debole. Ed è questo che, forse, alla fine sarà fatto pagare a Putin che non è un dittatore nel senso più stretto della parola, non essendo un uomo solo al comando, ma espressione di una rete di interessi alla quale lui è stato funzionale, consentendo in poco più di vent'anni che le risorse della Federazione fossero spolpate da un gruppuscolo di ''amici''.

Anche il fatto che la mediazione del dittatore bielorusso Lukhashnnko abbia garantito a Prigozhin che non sarà processato per le sue azioni la dice lunga sul fatto che Putin sia stato costretto ad un accordo, quando lui ha sempre mostrato di sé un'immagine decisionista e mai incline al compromesso. Con il capo della Wagner libero di andarsene, senza pagare per le sue ''colpe'', l'intera architettura su cui si fondava il potere di Putin viene ad essere indebolita, perché la gente comincerà ora a chiedersi il perché di tanta magnanimità nei confronti di chi ha levato le armi contro la Russia, mentre i dissidenti e i giornalisti non omologati al potere vengono arrestati, sottoposti a processi-farsa, condannati a lunghe pene detentive. Quando non vengono eliminati fisicamente, dentro e fuori i confini del Paese.

Putin da oggi deve fare i conti con una immagine che esce decisamente offuscata dalle ultime vicende e probabilmente è già cominciato, da qualche parte, un processo di revisione del mandato in bianco che larghe porzioni del sistemaoligarchico russo gli aveva concesso. Un sistema che si può reggere solo se chi è chiamato a fare da frontman si mostra forte. Cosa che Putin non è stato, se soltanto si pensa che la sua prima sortita ufficiale dopo l'inizio dell'offensiva mediatica di Prigozhin è arrivata a distanza di molte ore, quando è apparso alla televisione di Stato, peraltro usando argomenti scontati e mostrando una durezza che è sembrata essere letta da un copione scritto da altri. 

Parole che oggi suonano false, se si pensa che la vendetta che lui aveva minacciato per i miliziani di Wagner e il loro capo è finita in burletta.
 
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