Rogo Capitale

- di: Barbara Leone
 
Roma brucia, e non per colpa di Nerone. Piovono cenere e detriti, ci sono quasi 40 gradi e l’aria è irrespirabile. Come se non bastasse già tutta l’aria tossica che respiriamo tra smog e monnezza varia e avariata. Dopo il maxi incendio sull’Aurelia di una settimana fa, oggi è stata la volta della Pineta Sacchetti, in zona Monte Mario, dove dal primo pomeriggio le fiamme che hanno divorato ettari di verde della riserva del Parco regionale del Pineto danneggiando anche due centri sportivi. Stiamo parlando di un’area naturale protetta che si sviluppa accanto ai quartieri Aurelio, Primavalle, Pineta Sacchetti e Balduina. Qui molte palazzine sono state evacuate e molti residenti si sono sentiti male a causa del fumo inalato. Complice il vento rovente, l’incendio si è propagato sino a Valle Aurelia, martoriata dalle fiamme solo pochi giorni fa. Ma da nord a sud è tutto un rogo Capitale. Fiamme sulla Roma-Fiumicino, con tutte le prevedibili ripercussioni sul traffico. E a ancora Montespaccato, sull’Ardeatina, in zona Pomezia e Castelli. E’ la cronaca di una morte annunciata, una bomba a orologeria, dicono stremati i cittadini romani. Che oramai non sanno più a che santo rivolgersi. La Capitale d’Italia è in balia delle onde, come una nave senza nocchiero che sta per andare a sfracellarsi sugli iceberg a mo’ di Titanic. E l’orchestra continua a suonare. E il sindaco continua a latitare. Toccherà chiamare la Sciarelli perché qua veramente chi l’ha visto! Almeno la Raggi, pur con tutte le sue mancanze, ci metteva la faccia. Gualtieri non pervenuto. Sparito, puff, desaparecido! E la cosa pazzesca è che nessuno dice una parola. Come se la sua amministrazione stesse facendo cose egregie. O almeno limitasse i danni. O molto più semplicemente parlasse coi cittadini. Zero zero carbonella, è proprio il caso di dire. Perché qui altro che covid, i polmoni ce li giochiamo a briscola tra incendi e rifiuti tossici. 

Il Codacons sta preparando una class action contro Roma Capitale 

E a proposito di rifiuti. Notizia di oggi: il Codacons sta preparando una class action contro Roma Capitale per obbligare il Comune a pulire la città (che non è mai, e dico mai stata così zozza) e sospendere la Tari per sei mesi. In questi giorni, spiega il Codacons, si assiste a Roma ad una crescita della quantità di spazzatura che non viene raccolta da strade e marciapiedi, con tonnellate di rifiuti che rimangono giorni a marcire sotto il sole cocente, attirando cinghiali, topi, insetti e volatili. Una situazione che determina un potenziale rischio igienico e sanitario per i cittadini, soprattutto per chi vive ai piani bassi, e configura un possibile illecito amministrativo, dal momento che gli utenti pagano una tassa per un servizio che non viene reso, o viene reso in modo discontinuo. Per tale motivo l’associazione, così come fatto per le buche stradali, sta preparando una class action da presentare al Tar del Lazio contro Roma Capitale e Ama spa volta a costringere l’amministrazione a tenere pulita la città e ottenere la sospensione della Tari per un periodo di 6 mesi in favore di tutti i cittadini romani, in virtù della mancata raccolta dei rifiuti e dell’emergenza vissuta in città. E inoltre presenta un’istanza al Premier Draghi chiedendo di nominare il Generale Francesco Paolo Figliuolo Commissario Straordinario per l’emergenza rifiuti a Roma.

Una soluzione sarebbe un bel commissariamento

Per la cronaca, infatti, proprio la settimana scorsa ai cittadini romani è pervenuta la fatidica e fantastica tassa sulla monnnezza. Che uno la pagherebbe più che volentieri, se non dovesse fare lo slalom tra materassi, bucce di zucchine  e rifiuti d’ogni ordine e grado. Qualcuno dirà: è la gente che fa schifo. Assolutamente vero. E però questo degrado non aiuta di certo. Perché, detto alla romana, te rode proprio eh. Tu magari fai la tua bella raccolta differenziata, prendi i secchi grossi che ti occupano mezza cucina e poi quando vai giù a buttare la monnezza qual è lo spettacolo che si appalesa ai tuoi occhi? Una discarica e cielo aperto, e devi pure pagare. Ora va bene tutto, ma cornuti e mazziati anche no. Forse l’unica soluzione per questa povera, martoriata e dimenticata città sarebbe un bel commissariamento. Di quelli a tempo indeterminato finchè monnezza non ci separi. Perché o gli incompetenti ce li becchiamo tutti noi capandoli col lumicino, o molto più probabilmente c’è un grosso, grossissimo problema alla base. Di quelli che solo un miracolo capitale potrebbe risolvere. L’iceberg, sennò, è a un passo da noi. Ti fidi di me, chiede Jack a Rose nel memorabile film Titanic. Manco per niente. 
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