Pupi, principi e re

- di: Barbara Leone
 
“Questa canzone non s'ha da fare”. Parola di Re Giorgio, pace all’anima sua, che a detta di Pupo, all’anagrafe Enzo Ghinazzi,  nel 2010 boicottò la sua vittoria in coppia con Emanuele Filiberto a favore di Valerio Scanu, quello che fa l’amore in tutti i laghi e in tutti i luoghi. Re batte Principe, insomma, almeno stando al fosco retroscena rivelato da Pupo, peraltro a scoppio ritardato e Capo dello Stato abbondantemente defunto. Ora è vero che sul Presidente Napolitano se ne son dette tante, e sono in molti a dubitare della sua irreprensibilità. Ma sinceramente proprio non ce lo vediamo il Quirinale a metter bocca sulle canzonette. Secondo Pupo, però, l’ingerenza c’è stata eccome, con tanto di telefonata tanto che alla fine lui stesso si sarebbe arreso accettando un misero secondo posto. Peccato che dal Colle arriva dritta per dritta una solenne smentita: “La dichiarazione di Pupo secondo la quale la Rai avrebbe cambiato l’ordine dei vincitori del Festival di Sanremo del 2010 per una telefonata del Quirinale mi ha sorpreso”, ha dichiarato prontamente Giovanni Matteoli, portavoce del Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano. E poi aggiunge: “Per quanto ne sappia io e altri collaboratori del Presidente Napolitano, non era certo lui al telefono. Dubito anche che si sia trattato di qualche altro autorevole consigliere della Presidenza della Repubblica, che nel 2010 si occupava di ben altre questioni”. E poi la stoccata finale: “Forse tirare fuori questa notizia oggi è utile per raggranellare un po’ di visibilità e di audience”. Perché come diceva un’altra vecchia volpe della politica italiana, a pensar male si fa peccato ma spesso si indovina.

Ed effettivamente negli ultimi tempi il povero Pupo arranca un po’. Complice anche la sua passione per la vodka, metaforicamente parlando. Passione a molti indigesta, tant’è vero che per metterci una pezza lui aveva sbandierato ai quattro venti che non sarebbe più andato in Russia ad esibirsi. Poi, però, tomo tomo cacchio cacchio e senza dire niente a nessuno, è stato uno dei protagonisti di “Le leggende di Retro Fm”, che a Mosca ha ospitato tante star russe e qualche nome internazionale. E pare anche, ma il condizionale è d’obbligo anche se in rete gira una fotografia al riguardo, che abbia gridato un “ti amo” rivolto allo zar. O forse a qualche sua ammiratrice russa, chissà. Fatto sta che sembra essere un po’ confuso, e gira a vuoto come una mosca impazzita. Da qui l’eclatante, e a dire il vero inverosimile, accusa secondo cui Napolitano avrebbe boicottato la sua vittoria sul palco dell’Ariston solo perché se la cantava e se la suonava con un Savoia… mo’, un Savoia. Magari un Savoiardo, in modalità tiramisù vista l’altezza di Pupo. Si scherza, eh! Forse il caro Pupo pensa che gli italiani siano di memoria corta, cosa per certi versi anche vera. Ma oggi, vivaddio, non è così difficile andare a riascoltare quella canzone dal ruffianissimo titolo “Italia amore mio”. E riascoltandola, con enorme sacrificio, un solo dubbio può assalire chiunque ami la buona musica e le belle canzoni. Perché il vero ed unico mistero è: ma come cavolo ha fatto una canzone così brutta ad arrivare seconda? 
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