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Nun cestamo

- di: Barbara Bizzarri
 
Capitale e spazzatura sembrano convergenze parallele: insomma, un problema irrisolvibile. E però va anche detto che come al solito si pensa, ci si incanta sul proprio genio e prima di rimirare le faville una ad una le conseguenze mai prese in considerazione facciano capolino, in questo caso con tanto di becco. Perché Cestò, simpatica commistione fra il cesto e il cestò di sapido dialetto romanesco, sempre a voler rimanere in campo filologico, si è rivelato una sòla. Primi ad accorgersene, i cittadini del centro storico, dove sono stati posizionati i primi Cestò, contenitori per i rifiuti da passeggio ordinati da Ama in vista del Giubileo con l’idea soccorritrice di “esserci” (appunto) ed evitare che i soliti selvaggi se ne disfino in giro per la città. Per ora però Cestò pare stia lì per fare ancora più danni perché con il solito tempismo ci si è accorti della larghezza delle sbarre, perfetta per i picnic dei gabbiani che a Roma non sono regolari pennuti ma organismi geneticamente modificati in piena regola e quindi, cosa vuoi che gli facciano due sbarrette, ma anche tutto il Cestò, volendo. Perciò i cittadini sono corsi ai ripari denunciando sui social l’ennesimo sciupìo di denaro pubblico che presumibilmente si è già trasformato in barca sotto le terga del genio che ha partorito cotanta genialata. 

Come in ogni saga che si rispetti, agli attacchi sui social seguono critiche dal tono più ufficiale e il I Municipio, con il suo assessore all'Ambiente Stefano Marin, si è affrettato a unirsi al coro delle lamentele. Con una lettera inviata al direttore generale di Ama, Alessandro Filippi, lunedì 15 luglio, Marin ha invitato l'azienda ad “apportare dei cambiamenti prima che l'intera operazione sia conclusa”. Per non sembrare troppo brusco, precisa innocentemente che non c'è “alcun intento polemico” dietro questa raccomandazione, bensì soltanto il tentativo di tappare la falla.  Nel dettaglio, Marin scrive che per evitare che gabbiani giganteschi e altri vicoli ciechi dell’evoluzione possano danneggiare i sacchetti dei nuovi cestini causando così lo spargimento dei rifiuti sulla pubblica via, è necessario agire subito e propone di riprogettare lo spazio tra le assi verticali, rendendolo più stretto, oppure l'installazione di una rete interna per arginare gli interventi dall'esterno. Infine, chiede anche di metterci un posacenere, a mò di ciliegina sulla torta, per chi ha ancora il pessimo gusto di fumare all’aperto. 

Naturalmente, è quasi certo che per ora nessuno se ne preoccuperà: innanzitutto le ferie e poi una certa qual indolenza romana faranno il resto. Si vedrà a settembre, o al Giubileo, oppure chissà: con tanti saluti al bando da 35 milioni con cui Ama aveva annunciato la fornitura di 52 mila nuovi contenitori e 18 mila Cestò entro dicembre, di cui i primi collocati in Via dei Fori Imperiali. Fa quasi tenerezza la foto del sindaco Gualtieri, immortalato accanto a Cestò con un’espressione fiduciosa e messo poi a confronto con un meme in cui è impietosamente sostituito dal solito gabbiano che pasteggia. Intanto Ama sogna: “è un modello unico che diventerà iconico come lo sono diventati i nasoni per le fontanelle”, forse un simpatico messaggio per dire che ormai cestà e ce lo teniamo così com’è. Pennuti inclusi.
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