Mille giorni di te e di noi
- di: Barbara Leone
Era nell’aria. Chi lo segue da sempre, lo aveva capito. Chi lo conosce, sapeva. Forse non i dettagli, ma che la decisione fosse presa sì. E così alla fine Claudio Baglioni ha annunciato pubblicamente il suo ritiro dalle scene: “Mio padre mi diceva ‘si scende dal ring da vincitori’, e così ho deciso di fare. A 60 anni dall’inizio della mia carriera, ho deciso di concedermi e concederci ancora mille giorni di musica e di noi insieme. Poi concluderò il mio percorso artistico”, ha detto il cantautore romano in occasione dell'incontro con la stampa milanese al Forum di Milano, dove terrà gli ultimi concerti indoor della carriera. Il primo passo che segna, dunque, l’inizio del countdown dell’addio alle scene. 2026: mille giorni di te e di noi, che con le sue canzoni ci siamo cresciuti, abbiamo sognato, viaggiato e amato appigliandoci a “quel gancio in mezzo al cielo” nella speranza di in un mondo migliore. Eppure, anche se tutti noi fan sapevamo vederlo scritto nero su bianco è tutta n’ata storia, parafrasando un altro grande qual è stato l’indimenticabile Pino Daniele. Il cuore si fa piccolo piccolo, perché le canzoni, si sa, sono perfette macchine del tempo. E quando le ascolti hai esattamente l’età che ti senti, non un giorno in più. Basta un accordo per catapultarti in quel lì e allora, tanto da avvertirne i profumi, le voci, i contorni vividi e le esatte sensazioni che provavi in quel preciso momento.
E in questo lui, il piccolo grande mago, è davvero un maestro. Così mentre annuncia emozionato questo lungo addio, ti ritrovi a commuoverti immersa nei tuoi 16 anni. Con la memoria che corre agli “anni più belli”, quando collezionavo ritagli di giornali che oggi sembrano reperti archeologici, o trascinavo mio padre ai suoi concerti perché ero troppo piccola per andarci da sola. E ancora le “corse a perdifiato” per il posto migliore sotto al palco, i tantissimi sguardi incrociati sui manti erbosi, quelli che ti ricambiano “gli occhi in questo istante immenso”, le amicizie, i chilometri macinati per esserci ancora… Tutto lontanissimo. Ma mai perduto. Concerto dopo concerto, sono arrivata qui. Alla soglia dei fatidici cinquant’anni. “Siamo qui forse appena un po’ più stanchi fieri perché no di quei capelli bianchi”... Ma la colonna sonora è rimasta sempre la stessa. Alla faccia del tempo che passa. Peggio per lui. Quel “fottutissimo medico del tempo” che “vince sempre e noi restiamo immobili”. O forse no.
In tutta questa storia, che è la sua ma anche la mia, due cose mi amareggiano: i servizi dei tg, che paiono coccodrilli in vita. Perché con uno sforzo in più di fantasia si poteva far meglio. E poi la vagonata di cattiverie dei leoni da tastiera, che nel migliore dei casi scrivono “era ora”, manco gli venisse a cantare sotto casa in piena notte. O: “è un’operazione marketing”, come se Baglioni avesse bisogno di questi mezzucci per riempire i teatri, gli stadi o i palazzetti dello sport. Per non parlare delle soltie, volgari battute sul botulino. E dell’onnipresente “largo ai gggiovani”: che poi, di grazia, chi sarebbero poi sti gggiovani degni di lode? Boomdabash, Blanco, Elodie? Allora sì, eh! Tralasciando la mediocrità artistica, li voglio proprio vedere a 70 anni suonati tenere il palco per quasi quattro ore come fa lui. Fino a: “maddai, farà come i Pooh”. Nel senso che si rimangia la parola.
E invece no. Chi, come me, lo segue e lo ama da sempre, conoscendone ogni sfumatura di voce e sguardo, lo sa che è tutto vero. Perché Claudio Baglioni, pignolo e rigoroso com’è, non disattenderebbe mai un impegno preso, una parola data. Chi lo conosce sa che mai avrebbe annunciato pubblicamente qualcosa per poi non farlo. Certo, come ha detto Gabriele Muccino, il suo è stato “è un annuncio romantico, malinconico: in linea con la sua visione della vita, quella che ha sempre cantato nei suoi dischi”. Ma non è un arrivederci. E’ un addio. Che a me, e a tanti come me, sembra la fine di un mondo, e di tutti i mondi che ci stanno dentro. Anche se, tra le righe, ultimamente ci aveva pure preparati. Ora però, ha voluto farlo in gran stile. Con l’ultimo giro d’onore. Che è anche per noi un messaggio, della serie: è ora di crescere, di andare avanti, di guardare “oltre” perché “la vita è adesso”.