Mattia Santori, sardina in erba

Sarò breve. Perché la notorietà dovrebbe costare lacrime, sudore e sangue (fa molto Fame degli Anni Ottanta, lo so). Comunque, per la fortuna di tanti, siamo in Italia, nella terra promessa dove la presentazione di un libro non si nega a nessuno, soprattutto se siede dalla parte giusta dell’editoria e quindi, che sia reso noto: Mattia Santori, ex leader delle sardine e attualmente in forze al Comune di Bologna, personaggio poco vendibile in tv per motivi evidenti e ben noti, però in perfetto tempismo per le elezioni, ha deciso di promuovere un libro dell’esponente dei Radicali e coordinatrice della campagna “Meglio Legale” Antonella Soldo: “Mamma mi faccio le canne”,  quale migliore deterrente per indurre gli adolescenti – e tutti quelli che, a una certa età, si rivolgono ancora alla mamma - a non guardare una canna neanche da lontano.

Il titolo e l’aria sveglia hanno fatto scatenare il web con un diluvio di commenti, di cui il più sobrio era “si vede”. La ciliegina su una torta di carriera strabiliante, da lanciatore di freesbee a paladino di oche brutalmente assassinate da molossoidi di passaggio e a passeggio, a vacanziero a Dubai con tanto di auto di lusso sullo sfondo, segno tangibile che il passaggio dalle sardine al caviale era concluso, come nella migliore tradizione, del resto. Al grido di battaglia “Basta silenzio e negazionismo, in Italia il dialogo non è mai iniziato”, Santori dirama inviti via WhatsApp pregni di impegno sociale: “Nel libro si raccontano storie vere di come spesso il tabù e lo stigma sociale della cannabis produca più danni che benefici, soprattutto tra i giovani”, per poi concludere con un accorato:” Sei un genitore? Porta con te tuo figlio o tua figlia! Sei un figlio o una figlia? Porta i tuoi genitori! Di cannabis se ne può parlare insieme!”. Ma come scrisse Albert Cohen in un libro, questo sì irrinunciabile, adesso basta con questa accolita, li ho visti abbastanza.