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Le spericolate gesta di Fra Guardone da Caltanissetta

- di: Barbara Leone
 
La carne è debole, e il diavolo tentatore. Una massima che ben si addice a Fra Guardone da Caltanissetta, prete gaudente e spericolato sorpreso qualche giorno fa a spiare delle giovani pallavoliste che si stavano cambiando negli spogliatoi del Palazzetto dello sport. Per sbirciare meglio il tonacato occhieggiatore s’è financo inerpicato su di una sedia sgangherata sporgendosi a più non posso per raggiungere la finestra, noncurante del duplice rischio che stava correndo: cadere e rompersi l’osso del collo, e soprattutto essere beccato in flagranza di “reato”. E così è stato. Seppur corroborato, infatti, dal favore delle tenebre il diavolo di cui sopra ci ha messo corna e zampino. Perché vero è che il piazzale antistante il Palazzetto dello sport era poco illuminato, ma non così buio da mimetizzarlo agli occhi dei passanti. Visto che poi, quando si dice la sfiga, lì c’è pure un parcheggio dove magari qualcuno va proprio ad amoreggiare.

Prete sorpreso a spiare giocatrici di pallavolo

Il passante in questione, però, stava semplicemente andando a recuperare la sua auto quando l’occhio gli è caduto su questo strano figuro col gonnellone nero issato a mo’ di koala e in equilibrio precario su di un traballante trespolo a ridosso della finestra. Oibò, effettivamente una siffatta immagine avrebbe incuriosito tutti. E non osiamo immaginare cosa stesse combinando sotto al gonnellone. “Che sta facendo?”, gli ha urlato nella recchia. Roba da infarto secco, per lo spavento e per la figura di cacchetta che, trattandosi di un sacerdote, è piuttosto una figura di caccone di bove. Non contento, dopo il prevedibile e intuibile lisciabbusso il passante di cui sopra ha chiamato la polizia. All’arrivo della volante è calato il gelo. Anche perché non è che Caltanissetta sia esattamente una metropoli e, presumibilmente, ci si conosce un po’ tutti. Parroco, farmacista e medico in pole position. A questo punto Fra Guardone, rosso vergogna più che rosso cardinale, non ha potuto far altro che implorare perdono nell’imbarazzo generale. “E’ stato un momento di debolezza”, avrebbe detto prima di correre a confessarsi dal vescovo. Cinque Ave Maria e dieci Padre Nostro. Apposto così. Mica tanto, visto che questa storia, che abbiamo leggermente (ma solo leggermente) enfatizzato, ha letteralmente fatto il giro del web.

Al punto che la presidente della squadra di pallavolo ha commentato: “Sono profondamente dispiaciuta che il nome dell’Albaverde o comunque di una società di pallavolo femminile di Caltanissetta sia rimbalzato sui social per vicende extra sportive. Al di là delle speculazioni che si possano fare sul ruolo rivestito dall’individuo di cui non conosciamo il nome resta la gravità del fatto per una vicenda che ha contorni osé, al di là delle giustificazioni, sicuramente risibili, che ha fornito il protagonista”. E ha poi rincalzato: “Siamo disgustati e condanniamo qualsiasi forma di violenza a tutti i livelli”. Forse, e dico forse, è un po’ esagerato parlare di violenza. Perché, fermo restando la gravità e la villania dell’episodio, stiamo pur sempre parlando di un Fra Guardone qualunque. Spediamolo dritto per dritto nel girone dei lussuriosi, ma scomodare la parola violenza ci pare un po’ troppo. Forse, e ribadisco forse, sarebbe il caso di conservarla per casi ben più gravi, che pure all’interno di Santa Madre Chiesa esistono eccome. La verità è che incidenti, chiamiamoli così, simili potranno diminuire (o magari cessare del tutto) solo quando si leverà di mezzo sto benedetto (o maledetto, a seconda dei punti di vista) voto di castità. Peraltro non richiesto da nostro Signore, ma frutto esclusivo dell’umana convinzione che per servire Iddio non si possa metter su famiglia. Magari dando la possibilità a tutti questi uomini, che pur se intonacati tali restano, di vivere una vita sessuale libera nel rispetto della loro fede ci sarebbero meno Fra Guardoni e più sacerdoti sinceri e comprensivi. Perché, per dirla con Plutarco, godere di tutti i piaceri è stolto, evitarli è insensato.
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