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La ricetta segreta dell’amore (e della bugia)

- di: Barbara Leone
 
Alzi la mano chi, tra il gentil sesso, non ha mai spacciato un piatto comprato dal pizzicagnolo sotto casa per una propria creazione. Forse era il primo San Valentino, o magari una di quelle cene con la suocera: sì, proprio quella che fa i cannelloni più buoni del mondo, e puntuale come le cambiali te lo ricorda ad ogni occasione utile. E tu lì, con il mestolo in mano, l’acqua che bolle e il batticuore che cresce, mentre fissi il barattolo di sugo industriale che ti implora silenziosamente di restare in dispensa. Ma la tentazione è troppo forte: che vuoi che sia, ti dici, una piccola scorciatoia culinaria per evitare il disastro e, soprattutto, i giudizi severi di chi ha cresciuto il tuo partner a suon di manicaretti perfetti. E così, scatta la missione segreta. Tiri fuori quella teglia di lasagne preconfezionate, la sistemi ben bene nel forno come se l’avessi preparata con le tue manine sante. Non mancano poi quei piccoli dettagli che solo una vera artista dell’inganno può padroneggiare: spargere qua e là un po’ di farina sul piano di lavoro, accendere il forno per creare l’atmosfera giusta e magari lasciare qualche utensile sporco in giro, tanto per rendere il tutto più credibile. Poi arriva il momento fatidico: lui assaggia, la suocera pure. Silenzio. Ti guardano con quell’espressione tra lo stupito e l’ammirato. “Buonissima, tesoro. Quasi meglio di quella di mamma”, dice lui. E tu ti senti quasi una truffatrice professionista, ma non puoi fare a meno di sorridere e accettare i complimenti. Missione compiuta. Inutile mentire: lo abbiamo fatto tutte, almeno una volta nella vita. E non si tratta di un imbroglio, ma di banalissima sopravvivenza. Un po’ come le “ricette furbe” sdoganate dalla famosa blogger Benedetta Rossi, che con pochi e semplicissimi ingredienti ti assicurano di fare un figurone a zero sbatti, a parte quello delle uova, forse. 

Nulla, però, in confronto alla storia raccontata qualche giorno fa nel corso del podcast LuAnna, condotto da Luisa Zissman e Anna Williamson e seguitissimo in Gran Bretagna, che vede protagonista una donna (rimasta anonima, chissà perché) che per ben vent’anni ha spacciato per una ricetta di famiglia il curry comprato al supermercato. Tutto per conquistare il cuore dell’uomo che oggi, ignaro come il primo giorno, continua a lodare quello che crede essere il “leggendario curry della nonna”. Della serie, in amore e in guerra tutto è concesso. Ma anche meno, eh. Tutto è cominciato come nelle migliori favole. Durante i primi appuntamenti, con la tensione tipica dell’innamoramento, la donna decise di fare colpo su di lui con una promessa dal sapore antico: il curry della nonna. Una ricetta che, secondo il suo racconto, era stata tramandata di generazione in generazione, arricchita dal tempo e dalla sapienza familiare. Ovviamente, la realtà era ben diversa. Il segreto di quel curry tanto elogiato non era altro che una pasta preconfezionata comprata al supermercato, arricchita al massimo con un paio di pomodori e cipolle tritate per dare un tocco personale. Ah, e non dimentichiamo l’ingrediente segreto: delle fette di banana! “Fidatevi, funziona”, avrebbe confidato successivamente la donna. E così, mentre il futuro marito si leccava i baffi e chiedeva con entusiasmo di replicare il piatto per la famiglia, la piccola bugia diventava una trappola senza via d'uscita. Vent’anni. Venti lunghissimi anni in cui ogni santissimo venerdì sera la donna ripete il rituale: compra la stessa pasta di curry, svuota i barattoli in gran segreto, e per non destare sospetti, acquista spezie che mai userà, giusto per far sembrare il tutto più autentico. Dovete immaginare la scena: lei che finge di essere la reincarnazione di uno chef stellato, con il marito e i figli che la osservano estasiati mentre finge di spadellare con un'aria da “questa ricetta ha attraversato secoli e mari per giungere a voi”. E intanto, nella sua mente, pensa solo: “Ma chi me l’ha fatto fare?”.Il curry della nonna, tanto acclamato, ha ormai guadagnato un posto d’onore nelle cene familiari. È diventato il piatto della casa, quello che nessuno si sognerebbe di mettere in discussione. Amici, parenti, il cane del vicino: tutti vogliono il curry della nonna. E lei, costretta nel suo ruolo da chef stellato, continua a nascondere la verità.

Ma c'è un problema: dopo vent'anni, la donna non ce la fa più. La farsa le è ormai insopportabile, e lei si sfoga con le due conduttrici del podcast, divenuto virale in un nanosecondo, che ascoltano divertite la storia mentre gli ascoltatori, invece di incoraggiarla a confessare tutto, la riempiono di suggerimenti su come mantenere in vita la bugia. “Congela la salsa e fai finta di averla preparata in anticipo”, le dicono alcuni. “Svuota il barattolo in vassoi per ghiaccio e dì che ti stai solo preparando per le cene future”, suggeriscono altri. Insomma, piuttosto che confessare, si son tutti messi a perfezionare l’inganno! E se invece confessasse? Forse, in capa a lei, l’ammissione di colpa avrebbe lo stesso impatto di una bomba nucleare su una pacifica cittadina di campagna. Cosa succederebbe? Il mondo crollerebbe? Lui scapperebbe via? O, al contrario, si metterebbe a ridere? E poi ci sono i figli: “Mamma, hai sempre mentito su tutto! Anche Babbo Natale è un falso?”. Insomma, la povera donna rischia un dramma familiare di proporzioni bibliche, dove il curry diventa il simbolo di una vita di bugie. Ma d’altra parte, è davvero così grave? In fondo, quante volte abbiamo tutti detto piccole bugie a fin di bene? Quante volte ci siamo vantati di aver fatto qualcosa che in realtà era merito di qualcun altro? Come quando prepari una torta con la miscela già pronta e tutti ti fanno i complimenti, e tu ti limiti a sorridere, annuendo con un finto imbarazzo. E allora in questi casi che si fa? Confessare e rischiare una crisi familiare o continuare a vivere nella bugia, con il curry del supermercato come fedele alleato? Forse la verità, alla fine, non è così importante. Magari il marito non sarà mai pronto per la grande rivelazione, ma chi lo dice che scoprirsi un po’ meno “chef” nella vita debba essere una tragedia? A volte, mantenere in vita una piccola bugia può essere più dolce (o speziato, in questo caso) della verità. Forse, quel curry ha sempre avuto un segreto magico: non tanto le banane o la pasta già pronta, ma l’amore e la dedizione con cui la donna, per vent’anni, ha voluto tenere vivo il sogno. E in fin dei conti, cos’è l’amore, se non anche questo? Una bugia gustosa, condivisa con chi ami.
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