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La messa in mare finisce alla Digos. Ed il buon senso va a farsi benedire

- di: Barbara Leone
 
Tutti i salmi finiscono in Gloria. Ma le messe no. Chissà quanto s’è pentito il povero prete che a Crotone ha celebrato messa immerso nelle cristalline acque del mare calabro. Munito di materassimo a mo’ di altare e con i fedeli a mollo con lui, il viceparroco di San Luigi Gonzaga, una chiesa milanese, si trovava lì con 21 ragazzi per un campo estivo organizzato da Libera, la famosa associazione di promozione sociale presieduta da don Luigi Ciotti. Ovviamente la singolare celebrazione è stata ripresa dagli altri bagnanti e, manco a dirlo, il video ha fatto il giro dei social. Apriti cielo, è venuto giù il mondo manco avesse bestemmiato. La Curia meneghina gli ha subito fatto una ramanzina, richiamando il sacerdote trentaseienne al rispetto della simbologia e del decoro eucaristici. Sulla vicenda è intervenuta poi anche la Diocesi di Crotone, evidenziando che “in alcuni casi particolari, in occasione di ritiri e campi scuola e nei luoghi di vacanza, è anche possibile celebrare la Messa fuori dalla chiesa. Bisogna, però, prendere sempre contatti con i responsabili ecclesiali del luogo in cui ci si trova per consigliarsi sul modo più opportuno di realizzare una celebrazione eucaristica di questo genere”.

Ma soprattutto, ha sottolineato la Diocesi crotonese, è necessario mantenere quel minimo di decoro e di attenzione ai simboli richiesti dalla natura stesse delle celebrazioni liturgiche. Per carità, una tirata di orecchie da parte delle autorità ecclesiastiche ci può anche stare. Ma la cosa incredibile è che sulla faccenda è stata addirittura aperta un’indagine. E lo ha reso noto direttamente il procuratore della Repubblica di Crotone, specificando che il suo ufficio ha iscritto il don nel registro degli indagati “per offesa a una confessione religiosa”, delegando poi il tutto ninentepopodimeno che alla Digos. Proprio così: alla Digos, mica pizza e fichi. Roba seria, insomma. Quelli che uno si aspetta combattano la mafia, la ‘ndrangheta, il malaffare, lo spaccio e la prostituzione. E invece no, hanno talmente tanto tempo libero da poter indagare su un episodio che è semplicemente bislacco e curioso. E che sinceramente ha anche il suo perché. Il prete, infatti, ha ammesso innocentemente di averlo fatto… perché faceva caldo. Vogliamo crocifiggerlo come Gesù? Vivaddio, un sacerdote che è pure un essere umano. Umanissimo, e che non ha offeso proprio niente e nessuno. Ciò che, invece, offende la società è la solerzia con la quale si mette mano alla fuffa, tralasciando i problemi e i reati, quelli veri, che quotidianamente piegano il nostro Paese. E poi: le messe celebrate durante le Giornate mondiali della Gioventù con i sacchi a pelo che diventavano piccoli altari? E quelle in cima ad una montagna su una pietra? O ancora le messe del cardinale vietnamita Van Thuan, che ingiustamente ha trascorso 13 anni in prigione e ogni giorno celebrava messa sul pavimento della sua cella fra topi e scarafaggi? Avrebbe dovuto chiedere il permesso anche lui alla Curia? E gli scout, che da una vita trasformano qualsiasi cosa in altare li mandiamo a recitar cinque Padre Nostro e dieci Ave Maria? Forse in mare non si può essere cristiani?

Gesù fu battezzato in un fiume da San Giovanni Battista. Tutto quello che è venuto dopo è umana, e spesso comoda e ipocrita, interpretazione dei sacramenti. La fede è anche gioia, musica e, perché no, mare. Non solo silenzio, meditazione, e ripetizione di preghiere e riti immutabili. E soprattutto sono ben altre le cose sulle quali la Digos e le varie procure dovrebbero indagare: l’avvelenamento ambientale, le carenze degli ospedali, i malati che non hanno diritto alla cura, l’usura legalizzata, la pedofilia… e potremmo andare avanti all’infinito. Senza contare che questo giovane sacerdote era lì con i suoi ragazzi per partecipare ad un campo organizzato da una cooperativa sociale che gestisce i terreni confiscati alla ‘ndrangheta. E che fino al giorno prima aveva partecipato con loro ad escursioni e incontri con chi la ‘ndrangheta la combatte in prima linea. Ma di che stiamo a parlare? Del buon senso che va a farsi benedire? Evviva il don, che con la sua spontaneità ha avvicinato i fedeli al vero spirito del Vangelo. Che è soprattutto condivisione, ovunque ci si trovi. Forse la cosa gli è sfuggita un po’ di mano, forse s’è un po’ allargato e non ha preso bene le misure della situazione. E soprattutto delle ferree (quando vogliono loro) leggi ecclesiastiche. Ma qui siamo veramente alla follia. E al paradosso di una procura che indaga sul nulla cosmico. Evidentemente fa più scandalo un prete che dice messa a torso nudo in mare di un malavitoso che chiede il pizzo alla povera gente. Signore perdonali perché non sanno quel che fanno. O forse sì?
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