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Italia razzista, scappo in Turchia

- di: Barbara Bizzarri
 
La colpevolizzazione delle vittime è una tentazione italica, non si può resistere, ne abbiamo la riprova tutti i giorni, ogni giorno. Quindi, Paola Egonu ha ragione e fa benissimo a lasciare l’Italia e la nazionale di pallavolo. Condivido in toto la sua decisione di voltare le spalle a questo Paese retrogrado, oscurantista, omofobo e razzista. E condivido ancora di più la sua scelta di andarsene a giocare per il VakifBank Istanbul, in Turchia. Una nazione moderna e inclusiva dove arrestano magistrati, avvocati, giornalisti e dissidenti politici. Ammazzano i curdi per strada e ne trascinano i corpi legati agli autoblindo.

Paola Egonu nei Galacticos della pallavolo: sarà tra le più pagate al mondo

Il servizio militare è obbligatorio e gli omosessuali che vogliono esserne esentati devono fornire una prova fotografica del loro orientamento sessuale. I Gay Pride sono vietati, perché offendono la morale: mica come qui, dove il vilipendio alla religione è moneta corrente, la Madonna può essere raffigurata nuda e Gesù in tacchi a spillo, ma se lo fai notare, magari con fastidio e perfino raccapriccio, sei retrogrado e fascista. Dove se la tua dolce metà ti bacia su un bus rischia di prendersi insulti, minacce o addirittura una pedata da qualche passeggero e può capitare di sedersi in locali al cui interno troneggiano cartelli che vietano espressamente le effusioni pubbliche. Egonu fa bene a dimostrare il suo riguardo per la democrazia inclusiva rifugiandosi in Turchia, dove se per sbaglio stappi una birra a cento metri da una moschea rischi di essere linciato. Dove un campione NBA come Enes Kanter può essere privato di tutti i suoi beni e della cittadinanza, perché ritenuto nemico di Stato. Dove le donne non hanno gli stessi diritti degli uomini e le minoranze etniche, religiose e politiche sono ancora sistematicamente perseguitate.

Ha fatto bene a fare il suo teatrino per la domanda di un giornalista olandese che le ha chiesto se fosse italiana: se io facessi la pallavolista in Ghana, forse mi chiederebbero se sono ghanese, chissà.  Senza negare che anche qui esista una sparuta minoranza dall’ideologia inaccettabile, arrivare a torcere la realtà per affermare che si tratti di un problema che affligge tutti gli italiani è una mistificazione inammissibile. Al netto di tutta l’ipocrisia e la falsa morale di contorno, Egonu si trasferisce in un Paese economicamente emergente e in forte crescita dove sarà ricoperta di soldi. Tanti soldi. Lasciando i poveracci qui ad accapigliarsi su questioni ridicole, quando non del tutto insussistenti, a uso e consumo di chi insiste e persiste a prenderci per i fondelli perché facciamo più comodo così, manovrati come burattini mentre si affoga in un mare di guano. Questione di priorità. 
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