In bocca alla tigre. Evviva la tigre!

- di: Barbara Leone
 
E’ il più triste spettacolo del mondo. Teatri vaganti, che ogni giorno mettono in scena la rappresentazione del diverso, esotico, strano, quello che quando lo vedi dici ohhhh. Animali da circo, appunto. Stipati in misere gabbie, costretti a fare i pagliacci mettendosi su due zampe o attraversando un cerchio infuocato, frustati, legati, sedati. Tutto per il becero divertimento di quattro (perché per fortuna sono una sparuta minoranza) minus habens che dagli spalti battono le mani come scimmiette addestrate e fanno ohhhh. E giù nell’arena loro: elefanti, tigri, leoni, zebre, cammelli… Animali nati per vivere liberi nelle foreste e scorrazzare nelle praterie delle savane, che quando lottano ed uccidono lo fanno solo ed esclusivamente per la sopravvivenza. A differenza dell’essere (dis)umano. Perdonateci, dunque, se guardando il video del domatore azzannato dalla tigre abbiamo pianto sì. Ma per la tigre. Per carità, la pietas non si nega a nessuno. Così come a nessuno si augura il male. Siamo ben lieti, dunque, che Ivan Orfei se la sia cavata con qualche graffio e tanta paura. E però guardando quel video non possiamo non sobbalzare ad ogni schiocco di frusta, a quell’umiliante tirarle la coda in gesto di sfida fino al dai e dai intimato a gran voce dal domatore che con fare smargiasso, evidentemente contrariato perché la tigre non obbediva ai comandi, alla fine le volta le spalle. Una spacconeria che solo per un miracolo non gli è stata fatale. E che diciamolo: è stato anche un gesto cretino. Perché lo sanno pure i sassi che non bisogna mai voltare le spalle ad un felino.

Provate a tirare la coda ad un gatto e poi ce la raccontate

Così come lo sanno pure i sassi che questi animali sono di una dignità unica, e non si sottomettono mai. E chiunque abbia in casa un gatto sa di cosa parliamo: provate a tirargli la coda, e poi ce la raccontate. La sanno proprio lunga questi domatori, eh? Manca proprio l’abc in fatto di etologia, tant’è vero che dopo che la povera tigre s’è fatta giustamente girare il chiccherone le hanno pure tirato un tavolo addosso. Geni! Uno spettacolo indegno. Così com’è indegna la gente che ancora paga un biglietto per assistere a questo scempio delle coscienze e dell’anima. Va da sé, dunque, che in tutta onestà dell’incolumità dell’Orfei (un nome, una garanzia) ce ne importi al pari dell’unghia incarnita del pizzettaro dietro l’angolo: zero. Perché se per anni sfrutti, rendi schiavo ed umili qualcuno per il tuo business, devi anche mettere in conto che quel “qualcuno” possa stancarsi e ribellarsi a tutto ciò. L’unica consolazione è che, dopo anni ed anni di lotte e petizioni varie, forse siamo vicini alla parola fine. Il 13 luglio scorso, infatti, è stata definitivamente approvata dalla Camera la nuova legge delega in materia di spettacolo, che ha tra gli obiettivi più virtuosi lo stop all'utilizzo degli animali nei circhi e negli spettacoli viaggianti. Un divieto, quello dell’uso degli animali nei circhi, peraltro già deciso in oltre venti Paesi dell'Unione Europea e chiesto a gran voce dalla grande maggioranza dei cittadini italiani, come dimostrato da diversi sondaggi. Teoricamente, dunque, a breve gli animali dovrebbero esser banditi dai circhi et similia. Teoricamente. Perché in Italia non si sa mai, e perché visto che parliamo di una legge delega bisogna anche capire come si muoverà questo governo che, dalle premesse, non sembra troppo amico degli animali. Chi vivrà vedrà. Intanto, speriamo che a continuare a vivere sia la povera tigre degli Orfei. Perché il sospetto è che sia finita cornuta e bastonata. In bocca al lupo, anzi alla tigre. Evviva la tigre!
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