Puntuale come le cambiali ogni anno arriva lui: l’insopportabile scampanellio della slitta di Babbo Natale che, a mo’ di squillo di trombe, introduce le altrettanto insopportabili canzoni di Natale. Quelle che per un mese e più ci ritroviamo praticamente dappertutto: dal supermercato al bar, dalla stazione della metro al parrucchiere e finanche nella sala d’attesa del dentista. E così mentre tu ne stai lì, appollaiata tra gli scaffali alla disperata ricerca dei cereali alla crusca d’avena (che già quelli sono una punizione divina), ecco che dalle casse del super ti piomba addosso quell’orripilante scampanellio, con l’immancabile musichetta natalizia di turno che ti si appiccica in modalità medusa perforandoti cervello e timpani. Col risultato che per il nervoso passi dalla crusca d’avena alla crema di nocciole. Tanto a Natale siamo tutti più grassi, oltre che più buoni. Tranne noi Grinch, che al vecchio con le renne gli strapperemmo barba, cappello e tutto l’oh oh oh. Perché i Grinch a Natale sono perfidi fino al midollo. E non risparmiano nessuno. Neanche i mitici Wham, che per carità hanno pure scritto tante cose belle. E però il tormentone “Last Christmas” non glielo perdoneremo mai. E’ un incubo. Al punto che negli ultimi anni si è diffuso online una specie di gioco natalizio, il cosiddetto “Whamageddon”, che ha un’unica regola: vince chi a partire dal primo dicembre resiste più a lungo senza ascoltare mai, nemmeno casualmente e contro la sua volontà, il mellifluo tormentone del duo britannico che da anni e anni ci viene propinato in tutte le salse, dal momento che sono centinaia le versioni, cover e remix realizzate in ogni parte del globo.
Torna come ogni anno il tormentone “Last Christmas”
Una l’hanno fatta pure Romina Power e Orietta Berti, e ho detto tutto. E però una lontanissima speranza di levarcela dalle balls c’è.
Grazie a una coppia svedese, ovviamente Grinch, che la odia al punto che
si è messa a raccogliere soldi per acquistarne i diritti. Un’impresa ardua, se non impossibile, dal momento che i diritti della canzone sono detenuti dalla Warner Chappell Music UK ed hanno un valore stimato compreso tra i 15 e i 25 milioni di dollari. Mentre loro hanno finora raccolto solo 62.100 dollari. Che però, a ben pensarci, non sono mica così poco. Perchè sapere che al mondo esistono 327 persone disposte a metter mano al portafogli per farla sparire non è un dettaglio trascurabile. Dilagante disagio mentale, dirà qualcuno. Forse, ma anche no. Che poi: cosa cavolo c’è di allegro in una canzone che parla di uno che è stato lasciato il giorno dopo Natale e che dopo un anno ancora pensa alla ex? Roba da suicidio, altro che miciomicio miaomiao. La motivazione della simpatica coppia, però, è molto più banale. Chiamasi overdose. Hannah, che fa la pittrice e vive a Göteborg, ha raccontato che il suo odio per questa canzone è iniziato 13 anni fa, quando lavorava in un caffè di Oxford ed era costretta a sentirla a ruota tutti i santissimi giorni: mattina, pomeriggio e sera. Un po’ come la posologia dello Xanax! “
Un giorno - racconta - io e i miei colleghi fummo costretti ad ascoltarla 111 volte nel corso di una sola giornata lavorativa”. E così ha coinvolto il marito, lo scrittore Tomas Mazetti, in questa singolare iniziativa. Che semmai dovesse arrivare a centrare l’obiettivo, ma tranquilli non succederà mai, significherà la fine materiale del pezzo. La diabolica coppia ha infatti detto che scaricheranno il master, ovvero la registrazione originale del 1984, in un sito di scorie nucleari finlandese. “Last Christmas”, nel vero senso della parola. E tutti i Grinch a godere ed a pianificare la prossima raccolta fondi per disintegrare anche (almeno) “Jingle Bells” in versione Michael Bublé e “All I want for Christmas is you” di Mariah Carey. E buona raccolta a tutti!
Foto dal film: "Grinch“, il film interpretato da Jim Carrey