Il piacere di essere impresentabili: legittimato il “Goblin Mode”

- di: Barbara Bizzarri
 
Quando mi danno ragione ho la sensazione di avere torto. Adesso che anche l’Oxford Dictionary ha sdoganato il mio modo di vivere mi chiedo dove ho sbagliato e, specialmente, immagino che scocciatura se tutti dovessero cominciare a fare lo stesso. Ho scoperto di praticare da tempo immemore il Goblin Mode, la vita da autorecluso impresentabile e felice. Io detesto andare in giro, lo shopping mi strema, vivo in pigiama, sono una sostenitrice accanita dello smartworking per non dover affrontare una quotidiana scelta di vestiti, e poi traffico, uffici, interazioni, ergo: gente, vivo felice con i miei gatti con cui condivido carattere, scontrosità e diffidenza e, se continua così, il bagno fra poco lo farò leccandomi. Sono abbonata a tutte le piattaforme, i libri me li porta il corriere, il cibo me lo scodella Glovo oppure vado ovunque facciano pasti da asporto nel giro di un chilometro da dove abito, perché il portone di casa è la mia colonna d’Ercole. Da otaku a goblin il passo è stato breve, neppure me ne sono accorta e va bene così. Ho sempre vissuto e viaggiato da sola, e le rare volte che l’ho fatto in compagnia me ne sono amaramente pentita, discussioni pure per scegliere il coffee bar dove fare colazione, che stress.

"Goblin Mode" è parola dell'anno per l'Oxford English

Ricordo con stupore il ritorno serale da una vacanza in giro per isole greche, non vedevo l’ora di tornare a casa per disintossicarmi dalla vita in comune, tutti gli altri sono andati di nuovo a spasso per locali. Ma io detesto i locali, il fumo, il casino: insomma, il consorzio umano. Molti hanno scoperto la gioia di stare così con la pandemia, io l’ho sempre saputo e ne sono anche gelosa, a dirla tutta. Se potessi vivere soltanto di merendine e manga e libri e film e incursioni solitarie in musei e pinacoteche avrei trovato la mia dimensione, senza neanche nascondermi in un barile di olive (citazione sibillina e necessaria, bravo chi la capisce). Diciamolo chiaramente: essere impresentabili è bello, vivere in felpa e ugg di più, i professori di Oxford sostengono che sia il futuro e chi ancora esce e si sbatte in giro è un neanderthaliano e non lo sa.  La raffinatezza della beata solitudo sola beatitudo è per pochi, in breve lo sapranno tutti e sono già debilitata all’idea di essere stata avanti anche in questo e che fra poco l’Italia, notoriamente esterofila, si convertirà alla goblin way of life. Già mi manca la solita domanda, grazie alla quale evito abilmente tutte le altre: ma tu, perché non esci mai?  

Nella foto: Renée Zellweger nel film “Bridget Jones’s Baby”. Photograph: Allstar/Universal Pictures
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