Harry a pezzi

- di: Barbara Bizzarri
 
Tra autobiografia da censura e Meghan che vuole soldi per mostrarsi al pubblico, il principe non sa a chi dare i resti

Se non ci fossero bisognerebbe inventarli: nessuna soap, nessuna serie può essere brillante e densa come la vera storia della casa reale inglese: adesso è il turno della trasfigurazione, in negativo, di Harry. Da cocco della Casa Reale a rampollo viziato e insopportabile, il passo è stato breve, anzi, brevissimo. I capricci di Harry, la sua preoccupazione all’idea di “perdere popolarità” quando il nipotino George avrebbe compiuto 18 anni, le sue pretese ai limiti della confusione (voglio l’indipendenza economica, però papà mi ha tagliato i fondi, me tapino) ne restituiscono un’immagine decisamente diversa da quella tradizionalmente nota e sono soltanto la chicca più succulenta di tabloids e libri di imminente pubblicazione: roba che Meghan al confronto è una principiante, ma la differenza è lapalissiana, almeno per un certo periodo lei ha dovuto guadagnarsi la pagnotta, nonostante adesso spadroneggi con lo staff del marito (pare che dopo l’annuncio del fidanzamento sia andata dal capo dello staff di Harry per annunciare: sai bene che anche io sono la tua boss da oggi in poi, vero? Noblesse oblige, proprio), e perfino col resto del mondo, reo di non aver compreso la sua grandezza e non averla incoronata prima. A questo punto sorge spontaneo il dubbio che Kate abbia pianto prima delle nozze del cognato per la rabbia di avere a che fare sine die con una cotanta duchessa e non per le critiche all’abitino da damigella di Charlotte, che pure rientrerebbero nel quadretto. A mettere sulla pubblica piazza vizi (molti) e virtù (apparentemente quasi inesistenti) della coppia, oltre ai soliti bene informati di Palazzo, anche “In Courtiers: The Hidden Power Behind The Crown” libro in uscita il 6 ottobre, scritto da una royal watcher di rango, Valentine Low, firma del Times che ne pubblica abbondanti estratti, e si appresta a gettare una nuova, e pessima, luce sui Sussex: le 422 pagine del tomo descrivono per filo e per segno le angherie che i due hanno perpetrato ai danni di chiunque non si sia adeguato alle loro pretese, in primis uno staff esaurito, che si è licenziato in massa per poi riunirsi sotto l’egida del Sussex Survivors Club, il Club dei sopravvissuti ai Sussex, e che ha definito Meghan, senza tanti giri di parole, “una sociopatica narcisista”.  

Fra i tanti incredibili episodi narrati, vale la pena di ricordare quello in cui l’ex attrice, novella Miranda Priestley a cui si è di certo ispirata, tempesta di telefonate un malcapitato assistente durante il weekend “allo scopo di distruggerlo”. Una ex dipendente dello staff ricorda anche che Meghan se la prendeva soprattutto con le donne, apostrofandole con battute tipo “Non ti preoccupare: se c’è letteralmente qualsiasi altra persona a cui posso chiedere questa cosa, la chiederò a lei anziché a te”, tanto per raggelare davanti a tutti una ragazza senza colpe, a parte essere più giovane. Verrebbe da chiedersi perché tutte quelle che inneggiano alla sorellanza in pubblico siano le più spietate con le donne in privato, ma andiamo avanti. Da brava americana pragmatica abituata a monetizzare ogni cosa, la duchessa ha anche espresso perplessità, durante la sua visita pubblica in Australia, per il fatto di non essere stata pagata per ogni bagno di folla: forse non si rende conto che invece, effettivamente, lo è, ma sorvoliamo. Durante una cena, ha raccontato a Low un ex assistente, “ogni dieci minuti dovevo uscire dal ristorante per essere sgridato da lei e da Harry. Mi urlavano: ‘Non possiamo credere che ci hai fatto questo!’, ed è andata avanti per due ore. Hanno ricominciato la mattina dopo, ed è durata parecchi giorni: non potevi sfuggirgli, non c’erano limiti”. Poi c’è il caso di Samantha Cohen, ex segretaria privat, riempita di insulti e urla “prima, durante e dopo” il viaggio in Australia. “Sam ci ha sempre detto che era come lavorare per una coppia di teenager. L’hanno portata al limite della sopportazione”, rivela un amico della Cohen.

Nel libro sono descritti con dovizia di particolari parecchi episodi di bullismo nei confronti dei sottoposti, ma quando le si faceva notare che avrebbe dovuto trattare meglio i dipendenti, Meghan rispondeva: “Coccolare la gente non è il mio mestiere”.  Ciliegina sulla torta, il cosiddetto “incidente della tiara”: per il matrimonio, l’ex protagonista della serie tv “Suits” aveva scelto la tiara di diamanti di Mary, moglie di Giorgio V, e per provare la sua acconciatura ha invitato il parrucchiere personale a Buckingham Palace. Purtroppo per lei, quel giorno Angela Kelly, assistente personale della regina e addetta ai gioielli, non c’era e Harry si è arrabbiato moltissimo, convinto ci fosse una congiura a palazzo contro la sua futura moglie, che chiese la celebre tiara con queste parole: “Siamo a Buckingham Palace. Vogliamo la tiara. Possiamo averla ora, per favore?”. Risposta: “Mi spiace davvero, non è così che funziona. C’è un protocollo per questi gioielli. Sono tenuti sotto chiave con grande cura. Non puoi dire che vuoi la tiara semplicemente perché il tuo parrucchiere passa in città”. 

Oltre a quello della Low, però, c’è anche un altro libro che preoccupa Harry: il suo. L’autobiografia del principe, per il quale ha già riscosso il congruo anticipo di 17,5 milioni di sterline e la cui uscita era prevista per fine anno rischia di slittare con grande disappunto di Penguin Random House, la casa editrice, che aveva già dovuto chiedere una revisione dato che la prima stesura pare si concentrasse troppo sul tema della salute mentale. Dopo la revisione a opera del principe e di JR Moehringer, giornalista e ghostwriter, a luglio la questione sembrava risolta, ma finché la regina Elisabetta era viva, a quanto pare, il duca non avrebbe avuto troppe remore a pontificare su tutto e tutti: la morte di Sua Maestà, però, ha sparigliato le carte in tavola e Harry ora avrebbe paura che alcuni retroscena da lui narrati nel libro possano compromettere il ricordo della sovrana e l’immagine dell’attuale re, scatenando l’ira della royal family e dei sudditi britannici. Sembra, infatti, che diversi passaggi del libro siano “poco empatici” nei confronti di Elisabetta II e di Carlo III, e che non siano stati risparmiati neanche William e Camilla. Per questo motivo Harry vorrebbe apportare delle modifiche, ma la casa editrice sembrerebbe piuttosto restia a concedere altro tempo. Per di più, la stampa inglese picchia duro sui due “fuggitivi” accusati di essere andati in California per “avere la libertà di fare soldi, e di immergere le dita dei piedi nella politica americana”. Le premesse per l’augusto duo sembrano come il loro attuale indice di gradimento: decisamente al ribasso. 
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