Giuli(t)etta

- di: Barbara Leone
 
L’idiozia del politicamente corretto colpisce ancora. Dopo i tentativi di sdoganamento dello schwa, le ridicole accuse al principe che estorce a Biancaneve un bacio non consensuale e la follia dei cavi audio, universalmente conosciuti come “jack maschio” e “jack femmina” che sono sessisti ora ci mancava pure la filippa su una statua: quella di Giulietta, che da sempre attira i turisti di mezzo mondo che si fanno immortalare nel fatidico, attesissimo “magic touch”: la toccatina della tetta destra dell’eroina shakespeariana che, leggenda vuole, porterebbe fortuna in amore al palpatore (o palpatrice) di turno. Un gesto innocente, magari un po’ volgarotto e stupido, ma che rientra nelle millemila tradizioni e credenze legate ad un luogo. Come la monetina nella Fontana di Trevi, per intenderci. Eppure c’è chi, parafrasando il buon Guglielmino, vede del marcio in Danimarca. E pure a Verona. 

Ad aprire il dibattito in prima serata su Canale 5 è stato il seguitissimo tg satirico di Antonio Ricci che ha ricevuto una mail di protesta da parte di un ex dirigente scolastico, ora in pensione, che dopo essere stato in visita a Verona e aver assistito con i propri occhi allo storico rituale della toccatina di zinna si è scagliato senza mezzi termini contro quello che definisce “uno scempio”. Non solo: “Mi sembra incredibile che l’Amministrazione Comunale veronese o le associazioni di tutele delle donne della città non si possono attivare - attacca l’ex preside toscano - per interrompere lo scempio pubblico collettivo del corpo di Giulietta e del patrimonio museale, per bloccare simili gesti volgari e sessisti, per arginare l’assurda e anacronistica pratica collettiva operata a Verona facendo mettere un vigile urbano a vigilare, o ancor più semplicemente alzando il livello del basamento della statua di Giulietta tale da renderlo impraticabile ai turisti intemperanti e irrispettosi”. 

Siamo all’apoteosi dell’imbecillità! Anche se il vero problema non è “chi dice cosa”, ma tutti coloro che fanno da cassa di risonanza ad una stupidata pensando di suscitare curiosità, scandalo, e comunque con lo scopo di far parlare di se. Un mondo che va sempre più al contrario, insomma. Ad esser puntigliosi, poi, ci sarebbe da ricordare che a Ravenna, per esempio, c’è la statua funebre di tale Guidarello (un condottiero d’epoca rinascimentale) che si dice porti fortuna alle donne se baciata in bocca. E sono talmente tante quelle che imboccano con tutte le scarpe, e le labbra, che addirittura la povera statua funebre, e sottolineo funebre, viene periodicamente restaurata nella zona delle labbra perché le sostanza rilasciate dalle donne baciatrici (specie i grassi dei vari cosmetici utilizzati) finiscono per degradarla. Altro che sessismo, siamo ai limiti della molestia sessuale (da parte di donne) nei confronti di una statua per giunta funebre e di un personaggio reale e non frutto della fantasia come Giulietta Capuleti. Chiamasi nerofilia. Tiè! Ovviamente è un provocatorio paradosso, giusto per dire che anche quando si parla di statue la parità si difende solo in un senso. Ed a proposito di par condicio, mi viene da dire che allora  toccare il muso del cinghiale a Firenze ed infilargli in bocca delle monetine per farle cadere nella fontana è maltrattamento di animali. Per non parlare della strizzatina di palle al povero toro di Milano e Wall Street. Ma siete seri? Se sì propongo molto semplicemente, e per la par condicio di cui sopra, di mettere accanto alla statua di Giulietta quella del suo Romeo. Così ognuno, e ognuna, tocca dove je pare!
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