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Giorgia Soleri oscura i Maneskin, e loro litigano

- di: Barbara Bizzarri
 
Se non facesse quello che fa, Giorgia Soleri sarebbe un pubblicitario: perché, come ci ricorda l’ottimo Frédéric Beigbeder nella sua bibbia Euro 13,89, “io sono dappertutto”. E anche lei: prima a Montecitorio, accompagnata dal fidanzato, tirato a lucido per l’occasione, per promuovere la proposta di legge sulla vulvodinia e neuropatia del pudendo, affinché siano considerate patologie invalidanti; poi con un diluvio di foto osé perché, bene o male, l’importante è che se ne parli, e infine per il tour promozionale del suo libro di poesie, “La Signorina Nessuno”, appunto, che fa capire a chiunque abbia velleità artistiche quanto sia importante avere relazioni di un certo tipo, va bene anche uno zio lontanissimo purché ben ammanicato, altrimenti le vostre creazioni possono rimanere nel cassetto e lì morire per sempre. È vero che in questi tempi grami in Italia scrivono tutti e non legge nessuno, è altrettanto vero che le voci ferocemente intelligenti, forse per un sano istinto di conservazione, pian piano diventano sempre più fievoli, fino a sparire del tutto (ditemi che fine ha fatto Aldo Busi, per favore).

Lei è la fidanzata di Damiano, l’oggetto del desiderio del millennio

Di conseguenza, rimasti sempre più soli, ci ritroviamo con perle come questa: “Leggo libri di altri poeti/ e mi stupisco dell’infinita produzione/ che riescono ad avere/ io/ ogni parola che scrivo/ – dono –/ mi avvicino alla morte” o anche quest’altra: “i miei stupidi scritti/ sanno di ostilità/ allora, forse,/ è questo che significa/ fallimento/ nella vita di un poeta”, che in effetti verrebbe pure da chiedersi, e chiederle, perché non demordere, una volta giunta a tanta,  geniale, conclusione. Non basta andare a capo ogni tot di parole per creare ars poetica, ha detto qualcuno. Però lei è la fidanzata di Damiano, l’oggetto del desiderio del millennio, e allora, ha un senso provare a far rosicare poeticamente tutte, e tutti, i poveri disgraziati - non chiedetemi l’asterisco, si muore per molto meno - che se lo magnano con gli occhi pensando a ciò che loro non avranno mai mentre invece lei, Giorgia, tenta di trasformare i dettagli più intimi in poesia.

Ecco qua: “Ci sono volte in cui,/ mentre facciamo l’amore, desidero/ separarmi da me stessa/ – come intonaco dalle pareti –/ e osservarti/ entrarmi dentro;/ come un trapano”, fino all’ispiratissima: “Le poesie le prendo dalla tua erezione”. Ebbene, visti i risultati, se fossi il proprietario dell’erezione mi offenderei. Oltretutto, ce ne sarebbe abbastanza per una macumba sia da parte dei fans del cantante dei Maneskin che da parte dei cultori della poesia. Non certo per l’argomento, che potrebbe sembrare pruriginoso: soltanto a chiunque non abbia davvero letto, per dirne una, le poesie erotiche di Alda Merini, che lei, per una magia di cui soltanto le sue parole sono capaci, trasforma in smisurate preghiere. Ma perché preoccuparsi della poesia, visto che siamo brave persone? Quindi, la signorina nessuno, per completare l’opera, e magari irritare un altro po’ il resto della band, se ne va ospite da Serena Bortone e intrattiene la conduttrice da vip consumata. Davanti a questo spettacolo di arte varia, fino a quando gli altri tre riusciranno a rimanere zitti e buoni nell’alone d’ombra creato dal presenzialismo di miss nessuno?
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