Gerardina (ri)Trovato: il potere di un hastag
- di: Barbara Leone
Dai diamanti non nasce niente dal letame nascono i fior, cantava l’indimenticabile Faber. E qualche volta i fiori nascono anche da quel letamaio, perché quasi sempre è così, che sono i social. Succede allora che in questi giorni su TikTok sta spopolando un video amatoriale realizzato durante concerto a una sagra di paese. A esibirsi sul palco è Gerardina Trovato, cantautrice catanese che negli anni Novanta ebbe un grande successo per poi venire inghiottita nel tunnel della depressione. Emaciata, capelli raccolti in una coda, tuta e scarpe da ginnastica, Gerardina accenna le sue canzoni con un’aria quasi imbarazzata, commuovendo il pubblico che la sostiene cantando insieme a lei con premura. Un video che in pochissime ore ha fatto il giro del web diventando virale, trasformandosi in una vera e propria onda d’affetto per una delle cantautrici più brave e profonde del panorama musicale italiano.
Correva l’anno 1993, i talent show non c’erano ancora, ed al Festival di Sanremo guidato dal Pippo nazionale (che di musica ne capiva eccome) approdava tra le Nuove proposte questa sconosciuta cantautrice siciliana dai capelli nerissimi e cortissimi alla Giovanna d’Arco, grintosa, cazzuta, originale, dalla voce graffiante che, seduta a gambe incrociate su di un cubo di legno, imbraccia la sua chitarra e inizia a cantare. Venne il giorno in cui le dissi tu Catania non mi basti dei miei sogni che ne hai fatti me li hai chiusi in un cassetto… Vado a memoria, perché quelle parole si incastonarono in un battibaleno nel mio cuore di ragazzina, che aveva appena lasciato la sua terra per inseguire i suoi di sogni.
Arrivò seconda, dietro alla Pausini che con soli duecento voti in più vinse la gara col suo Marco che se ne era andato via eccetera eccetera. Terzo, per la cronaca, Nek. Per dire, quando il Festival lanciava talenti veri, e non aria fritta come da alcuni anni a questa parte. Da lì a poco Gerardina Trovato, che proveniva dalla scuderia di Caterina Caselli, inanellò un successo dietro l’altro duettando, tra gli altri, con Renato Zero e Andrea Bocelli. Proprio con Bocelli incise la struggente Vivere, scritta da lei, anche se andando su Google la prima cosa che si legge è: di Andrea Bocelli. Il quale, anni dopo, la cantò proprio con la Pausini che, guarda un po’, ritorna nel destino della Trovato in modalità guastafeste. In tandem con la Caselli, che quando ha visto la malaparata l’ha sbolognata in un nanosecondo. C’è da dire che il tutto avveniva in un momento di svolta, al negativo, per la musica tutta. Con le major che cadevano giù a mo’ di birilli, o che comunque puntavano solo sui cavalli vincenti.
Tanto è vero che chi è rimasto a galla, lo ha fatto con le proprie forze autoproducendosi. Ci ha provato anche lei, ma evidentemente qualcosa è andato storto. Il risultato è stato un tracollo totale: economico, ma soprattutto psicologico, sfociato poi in una nevrosi ossessiva depressiva, come lei stessa raccontò in una intervista del 2016 in cui confessava anche di tirare a campare grazie alla Caritas. Da allora, non è cambiato niente, tutte le notti aspetto ancora una stella cadente… parafrasando una delle sue canzoni. Detto in soldoni: nessuno, ma proprio nessuno, se l’è filata de pezza, come si dice a Roma. Completamente abbandonata a se stessa, Gerardina ha riprovato tante e tante volte a risalire la china, ricevendo però puntualmente solo porte in faccia. Come nel 2020, quando alla commissione di Sanremo presieduta da sua maestà Amadeus, uno che sta alla musica come io all’astrofisica, aveva fatto ascoltare ben 24 canzoni. E dico 24. Niente: non gliene andò bene nemmeno una. E però finirono in gara artisti (artisti?) del calibro (calibro?) di Elettra Lamborghini, Rancore, Pinguini Tattici Nucleari e finanche una riesumata Rita Pavone.
E sinceramente mi pare assai strano che tra i 24 brani proposti dalla Trovato non ce ne fosse manco uno degno del palco dell’Ariston. Stiamo parlando di un’artista (questa volta senza punto di domanda) che non solo negli anni aveva partorito dei piccoli grandi capolavori. Uno su tutti: Gechi e vampiri, che in queste ore viene proposto su TikTok in tutte le salse, con lo scopo di farle guadagnare qualcosa almeno coi diritti d’autore. Ma che con la sua sensibilità, soprattutto dopo tutto l’inferno che aveva attraversato, credo che avesse decisamente molto da dire e comunicare ai giovani. Sicuramente molto di più di un Achille Lauro qualunque, o di quei due che andarono pure a litigare in diretta tv: Bugo e Morgan, memorabile il suo “che succede?”, e dopo pochi giorni scoppiò la pandemia. Per dire…
In tutta onestà trovo impossibile, e sottolineo impossibile, che nell’epoca dei vari Mahmood, Geolier, Salmo e fenomeni vari dai nomi improbabili, quelli che se gli togli l’autotune non azzeccano una nota manco per sbaglio… ebbene trovo impossibile che in questo multiforme panorama popolato da mediocrità imbarazzanti non vi sia uno straccio di posto per una cantautrice come Gerardina Trovato. Una che non è figlia di nessuno, e nemmeno figliastra di quelli che usurpano brani come Vivere, con le relative commissioni Siae ad essi legati. E che non è nemmeno nipote di nullità della tv, non essendo venuta fuori da trasmissioni dozzinali che di talent non hanno una beneamata mazza, e che sono solo fumo negli occhi ad uso e consumo del mercato usa e getta.
E sia chiaro: di Gerardine ce ne sono tantissime, e tantissimi, nel nostro Paese. In tal senso non può non venirmi in mente il nome di Susanna Parigi, cantautrice raffinatissima (stiamo parlando di un livello pari a quello di Franco Battiato) snobbata dai più, salvo confezionarle un ipocrita coccodrillo alla sua prematura scomparsa, avvenuta lo scorso dicembre. Poi ci lamentiamo che in Italia non esiste la meritocrazia! Ma forse qualcosa sta cambiando. E questa volta proprio grazie ai bistrattati social. Che sì, solitamente non brillano per cultura e sensibilità, tutt’altro. Ma in questo caso hanno il merito d’aver dato il la facendo partire un commuovente tam-tam di condivisioni e appelli a radio, tv e artisti blasonati affinché tutti insieme riescano a risollevare le sorti di un’artista che non merita di certo l’oblio. E che, anzi, può sicuramente regalarci ancora tante e tante emozioni.