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Le magnifiche ricette di Fulco Pratesi per l'ambiente

- di: Barbara Bizzarri
 
Quando penso che non si possa andare oltre al fondo, arriva subito la smentita perché ogni giorno, ogni minuto ce n’è una nuova e la fine sembra sempre più distante, in una sorta di tana del bianconiglio dove la terra non si tocca mai e non si fa altro che cadere sempre più in basso. L’ultima deriva da una roboante intervista ai confini con la realtà rilasciata da Fulco Pratesi.  L'arzillo 87enne presidente emerito del WWF ha dichiarato felicemente che non tira lo sciacquone “tutte le volte”, che l’aria condizionata la usa soltanto sua moglie, lui no per carità, sebbene si suppone condividano la stessa casa e poi cambia le mutande ogni quattro giorni, il che d'estate a 40 gradi suona davvero una meraviglia, che si lava poco per i bambini del Burkina Faso perché il senso di colpa fa sempre la sua figura in un indottrinamento che si rispetti, e infine che non ha problemi di convivenza civile per questi usi e costumi da età paleozoica. Anzi, sottolinea che per lavarsi il minimo indispensabile somministra l’acqua con i barattoli e non con il rubinetto, roba da far impallidire i pionieri della casa nella prateria, però che sarà mai per chi dice di aver bevuto l’acqua del Tevere senza trovarci almeno una pantegana se non due.

Non ho dubbi che non abbia difficoltà, però provi a salire su un autobus, anche se è un mezzo tradizionalmente adibito a spostare gli iloti. Nel gioco a chi la spara più grossa, le follie imposte da questo simpatico show sono sempre più folcloristiche: essere mascherinati, sierati, poveri in canna e senza cibo, o almeno la dieta mediterranea per cui si intonavano peana fino a poco tempo fa ce la possiamo scordare perché in effetti ci ha triplicato l’esistenza, e ancora mangiatori di insetti, altro che mangiatori di patate alla Van Gogh, senza riscaldamento, senza elettricità, senza condizionatori, senza medicine, perfino senza foglietti illustrativi (messaggio neanche tanto subliminale: si sa che non avete bisogno di troppe spiegazioni e meno ne sapete, meglio è per voi), e pure senza lavarci perché se ci laviamo, un po’ come accadeva quando eravamo piccoli al grido di mangia le carotine altrimenti i bambini africani piangono, adesso il mantra è non ti lavare altrimenti i bambini dell’Africa continuano a piangere. Non c’è nessuna differenza, siamo sempre trattati da creature da indottrinare, anche se l’acqua per lavarci teoricamente sgorgherebbe qui, mica sul Kilimangiaro. Si vive un ritorno al passato remotissimo la cui logica conseguenza è la sozzura, così che l'abiezione, la tristezza e il disprezzo di sé la facciano da padroni. Altro che lavarsi le mani ogni cinque minuti, quella narrazione è finita e ne è subentrata un'altra a danno di una popolazione che da due anni subisce una continua emergenza finché, a furia di uno state of shock dopo l'altro, resterà totalmente priva di reazioni. L'importanza della pulizia per la salute è finita, non esiste più.

E poco importa che le più grandi epidemie della storia siano state generate da condizioni igieniche precarie quando non proprio pessime, del resto se non c'è acqua per lavare noi stessi figuriamoci l'ambiente circostante. Ma il nuovo vaiolo che serpeggia è dovuto a un animale, come tutte le recenti epidemie che lo hanno preceduto a funestare l'umanità. Sarà magnifico allora, dopo aver girato a piedi o in bici tutto il giorno e per chilometri ammesso che esisterà ancora la possibilità di andare a lavorare o di fare la spesa, tornare a casa stremati e invece di fare una doccia rigenerante contare le pulci e magari pure mangiarsele, tanto non mi stupirei se ci venisse richiesto di diventare sistemi indipendenti che non rompono più i cabbasisi con assurde pretese di una vita civile. Ci sarebbe da ridere se non fosse assolutamente tragico, perché questa è un’altra scelta che sarà imposta con violenza inaudita e chi non lo fa è destinato all’inferno. È giusto così: bisogna pagare fino in fondo lo scotto di essere nati in Europa in questa precisa contingenza storica, che molto probabilmente corrisponde per chi ci crede a un’incarnazione precedente trascorsa a decimare villaggi, altrimenti questo karma funesto davvero non si spiega.
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