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Dalla Tanzania a Palù passando per il Colle

- di: Barbara Leone
 
Che periodaccio! Non per i Draghi, i Conti e balletti vari (ma veri?) che si consumano per le stanze dei Palazzi. Ci siamo abituati, e irrimediabilmente rassegnati. Dal momento che la politica di casa nostra da anni dà il peggio di sé. Soprattutto d’estate, vacci a capire perché. E dire che dovrebbero esser tutti più rilassati, visto che almeno loro le vacanze se le possono permettere. Al contrario di molti italiani. Ma queste sono bazzecole, al confronto coi drammi nazional sentimental popolari cui stiamo assistendo in questi giorni. Non ci danno tregua. Questi vippssss c’hanno un da fare che manco zia Lucietta nel periodo dei pelati. Datevi ‘na calmata, eh. Che qua ci lasciamo il core. E a proposito di cuuuoreee. Siamo stati talmente presi dalla traumatica notizia della separazione tra Ilary e Totti (ma poi perché a lei la chiamiamo per nome, e a lui per cognome resta un mistero) che ci è sfuggita un’altra succosa e angosciante notizia. Perché mentre nella Capitale si consumava l’immane tragedia der Pupone e signora (ex, pardon), sulle aspre vette del Trentino si piangeva per la fine di un’altra grande storia d’ammmore: quella tra il ciclista Francesco Moser e la sue gentil consorte Carla Merz.

Un matrimonio durato ben 41 anni, mica polenta e pizzoccheri eh. I ben informati dicono che la colpa sia tutta di Cecilia Rodriguez, sorella della più nota prezzemolina Belen. Ignazio, uno dei figli di Moser e signora (ex, pardon), si è fidanzato con la Rodriguez bis, conosciuta nella casa del Grande fratello edizione 2017. Da allora i due pare facciano il bello ed il cattivo tempo in casa Moser, situata nel piccolo paesino di Palù di Giovo: seicento abitanti e fischia. Roba che il mio condominio ne conta quasi il doppio. Ma tant’è, il paese è piccolo (ma piccolo piccolo) e la gente mormora. Cecilia ci ha passato pure il lockdown, creando scompiglio in una comunità di per sé geneticamente chiusa e poco avvezza ai pettegulesss. Che invece è il pane quotidiano delle Rodriguez’s sister. Insomma, a ‘na certa la sora Carla ha sbottato. Iatevenne, avrebbe detto in dialetto tipicamente trentino. Una cosa del genere. Il Moser, dal canto suo, non avrebbe preso posizione (da tipico maschio italiano), e voilà… è successo il patatrac. Muoia Sansone e tutti i filistei. Ciaone proprio. Stessa cosa ha fatto la ormai ex siura Totti.

Ma con meno classe, visto che ufficialmente è volata con i figli addirittura in Tanzania per star lontano, dice, dai paparazzi. Che poi, Ilary cara, ti bastava andare in Molise, fidati che non ti calcolava manco il maremmano di Peppe il caciottaro. Però ti capiamo, la Tanzania fa più figo di Ferrazzano. Ci stanno le zebre, gli elefanti e pure i leoni. Motivo per cui è altamente consigliato un abbigliamento comodo e casual. Lei però in quanto a comodità ha un tantinello esagerato. Perchè si è messa addirittura ignuda. Anzi no, perché gli slip (mini, che più mini non si può) li portava. E s’è fatta immortalare così, con tanto di scatto postato sulla sua pagina Istagram. Di schiena, per carità. Ma sempre tette al vento era. Non vogliamo sparare sulla croce rossa né tanto meno fare i moralisti dicendo ciò che più o meno pensano tutti: come soffro, me meschina, me tapina ignuda baciata dall’africano tramonto. Così non ci crede nessuno. Ma magari è esattamente il contrario. E come sempre siamo noi ad essere perfidi, malpensanti e pure rosiconi perché lei si può permettere di andare in Tanzania e noi forse giusto a Ferrazzano.

Che comunque è il paese d’origine di Robert De Niro: tiè! E però, sommessamente, vorremmo dire: fuggi via coi pargoli per amor di privacy e tutelarli dalle chiacchiere… e ti fai fare le foto in topless? Evviva la coerenza. Ed evviva la privacy. Ci sfugge qualcosa. Anche perché poi il povero Pupone, additato come fedifrago in ogni dove, il massimo che fa (pare, e sottolineiamo pare) è giocare a padel. O almeno ciò viene mostrato sui social. Dalla padella all’elefante, insomma, è un attimo. E comunque, tanto per chiudere in bellezza, in questo luglio infame si sono separati (artisticamente parlando) anche Max Pezzali e Claudio Cecchetto. Quelli che trent’anni fa avevano ucciso l’uomo ragno. E qualche volta pure la musica. Anche se poi, mezzi stonati, “Come mai” l’abbiamo cantata tutti. Forse pure Ilary e Totti. Che però ci lasciano senza risposta del “come mai”. Dal canto nostro possiamo solo aspettare, e sperare. In Mattarella, tanto per fare una cosa nuova. Il quale, poverino, giustamente si sarà pure scassato i cabbasisi, per dirla con Camilleri. Che periodaccio, signora mia.  E l’estate non sta finendo. Un mojito, por favor! E due Righeira.
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