Blanco vergogna

- di: Barbara Leone
 
Ce l’ha per vizio quello di prendere a calci le rose. Forse preferisce le viole del pensiero (ma occorrerebbe anche un cervello) o i crisantemi. Sì, perché l’ira funesta con cui Blanco si è accanito ieri sera contro i fiori del palco dell’Ariston la scaglia pure nell’ultimo suo video. Che, guarda un po’, è proprio quello della canzone che stava cantando. Ergo, viene quasi quasi il dubbio che la cosa fosse mezza preparata. O comunque prevista. Qualcosa, evidentemente, dev’esser andata storta. Il cantante, a sua giustificazione, ha detto di non sentire la voce in cuffia. Cose che capitano a tutti gli artisti, che però solitamente ricominciano l’esibizione da capo scusandosi con il pubblico per il problema tecnico. Fosse stato così nessuno avrebbe aperto bocca, e anzi ci sarebbe scappato pure l’applauso di incoraggiamento. E invece il ragazzotto che fa? Sbrocca. Ma sbrocca di brutto. Non solo prende furiosamente a calci i fiori che facevano parte della scenografia, ma solleva pure le griglie scaraventandole a terra. Cavallo pazzo, ma non quel poveraccio dei tempi di Baudo che alla fine faceva pure tenerezza. Questo stava proprio imbufalito. Al punto che qualcuno ipotizza pure che non fosse proprio in sé. Magari s’era fatto un bicchierino di troppo, o altro. Fatti suoi. Quelli nostri, e soprattutto dei nostri ragazzi, è il pessimo esempio questo imbarazzante e vergognoso siparietto dà alle nuove generazioni.

Blanco distrugge i fiori e il pubblico dell'Ariston fischia

Che sono poi quelli che lo seguono, dal momento che noi che abbiamo parecchi capelli bianchi preferiamo altro. Ad aggravare il tutto, la reazione molle di quel mollaccione di Amadeus. “Dimmi che cosa t’ha fatto arrabbiare, che è successo?”, ha chiesto tomo tomo cacchio cacchio il presentatore. “e non sentivo in cuffia non sentivo la voce mi son comunque divertito”. Divertito? A quel punto Amadeus invece di prenderlo a calci nel sedere, metaforicamente parlando, dice testualmente (col sorrisetto pure): “ma noi vogliamo sentire la canzone, riusciamo a organizzarci e farla sentire più tardi?”. I fischi del pubblico, però, sono così sonori che alla fine deve arrendersi. Più tardi nel Dopofestival dirà che “in realtà lui avrebbe dovuto fare delle cose con i fiori. Si sarebbe dovuto rotolare tra i fiori durante la canzone”. Già, perché tutti ci rotoliamo nei fiori. Con quello che costano, poi. Il tutto in una serata che, canzoni a parte, aveva regalato comunque un momento intenso ed emozionante con la volata di Benigni sulla Costituzione ed un Presidente Mattarella che, evento degli eventi, ha sorriso pure. Oltre ad emozionarsi, giustamente, quando è stato citato il padre che è stato uno dei Padri costituenti. Uno coi capelli bianchi ti fa venire i lucciconi, un giullare non giovanissimo ti parla della Costituzione e ti fa venire i brividi e questo sciroccato distrugge mezzo palco. Bell’esempio per i ragazzi. Complimenti a lui. E a chi dà retta a questi falsi profeti da due spicci. 

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