Bce, ripresa va avanti ma si teme rischio variante

- di: Redazione
 
“L’economia dell’area dell’euro – si legge bel bollettino – ha registrato un recupero nel secondo trimestre e, con l’allentamento delle restrizioni, procede verso una forte crescita nel terzo trimestre”. Tuttavia l’istituto avverte: “Sebbene la riapertura di ampi settori dell’economia stia sostenendo un forte recupero dei servizi, la variante Delta del coronavirus potrebbe smorzare la ripresa di questi ultimi, soprattutto nel comparto del turismo e dell’ospitalità”. Inoltre per la Bce un altro rischio è quello delle “strozzature dal lato dell’offerta” le quali rischiano di frenare “la produzione nel breve termine”. Più in generale “si prevede che l’attività economica torni al livello pre-crisi nel primo trimestre del prossimo anno, ma c’è ancora molta strada da fare prima che i danni economici causati dalla pandemia siano ripianati”

A questo proposito la Banca centrale rileva che “il numero dei beneficiari di misure di integrazione salariale è in calo, ma resta elevato. Nel complesso, si registrano ancora 3,3 milioni di occupati in meno rispetto al periodo antecedente la pandemia, soprattutto fra i più giovani e i lavoratori meno qualificati”. Per questo occorre proseguire sulla strada di una “politica di bilancio ambiziosa e coordinata” che “dovrebbe continuare ad affiancare la politica monetaria nel rafforzare la fiducia e nel favorire la spesa”.

Inoltre per la Bce “al programma Next Generation EU inoltre è  affidato un ruolo fondamentale, nella misura in cui dovrebbe contribuire a una ripresa più vigorosa e uniforme in tutta l’area dell’euro”. Per quanto riguarda l’inflazione la Bce ribadisce che i prezzi aumenteranno nel  medio periodo ma il rialzi saranno temporanei e l’inflazione resterà sotto il target del 2%. “Dovrà trascorrere ancora un po’ di tempo – si legge nel rapporto – prima che le ripercussioni della pandemia sull’inflazione vengano meno. Con la ripresa dell’economia, sostenuta dalle misure di politica monetaria, l’inflazione dovrebbe aumentare nel medio periodo, pur mantenendosi al di sotto dell’obiettivo fissato dalla Bce. E più in generale “nonostante il loro incremento, le misure delle aspettative di inflazione a più lungo termine rimangono a una certa distanza dall’obiettivo del 2 per cento”. In ogni modo, fedele al nuovo obiettivo di inflazione simmetrico del 2%, la Bce ribadisce che non alzerà i tassi “finche’ non vedrà l’inflazione tornare coerente “nel medio periodo” con il target prefissato “simmetrico” al 2%. In tale prospettiva, spiega la Bce, ciò  “potrebbe anche comportare un periodo transitorio in cui l’inflazione si colloca su un livello moderatamente superiore all’obiettivo”.
 
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