Banca del Fucino acquista una partecipazione pari al 30% nella start up innovativa REDD

- di: Redazione
 
Il Consiglio di Amministrazione di Banca del Fucino ha deliberato l’acquisto di una partecipazione al capitale sociale della start up innovativa REDD pari al 30%.

REDD - fondata nel novembre 2018 dall’avvocato Riccardo Delli Santi, specializzato in diritto immobiliare ed urbanistico - è una start up che applica l’intelligenza artificiale (IA) ai documenti immobiliari, permettendo di riclassificarli ed estrarne le informazioni più importanti. Al termine dell’analisi, le informazioni confluiscono su un report che evidenzia automaticamente eventuali carenze documentali o contraddizioni che possano generare delle aree di rischio.

I documenti, riclassificati dal sistema di intelligenza artificiale di REDD per categoria e data, sono consultabili direttamente in una data room virtuale su cloud.

La Società è attiva, tra l’altro, nella digitalizzazione e riclassificazione degli archivi edilizi comunali.

Ad oggi il sistema di IA di REDD ha analizzato oltre 40.000 documenti.

Alessio Toccarelli, Amministratore Delegato di REDD, ha dichiarato: “L’obiettivo dell’operazione con Banca del Fucino è quello di avere un partner finanziario strategico e di elevato standing. Questo consentirà alla nostra azienda di avere i capitali necessari per implementare la tecnologia blockchain e rafforzare la nostra presenza sul mercato".

Francesco Maiolini, Amministratore Delegato di Banca del Fucino, sintetizza così l’interesse della Banca del Fucino all’iniziativa: “Quando ci è stato presentato il progetto abbiamo creduto subito nella spinta tecnologica che i servizi di REDD possono apportare al mercato immobiliare, italiano e non solo. Si tratta in effetti di un settore in cui la digitalizzazione e l’utilizzo dell’Intelligenza artificiale produrranno nei prossimi anni una vera e propria rivoluzione, ampliando e razionalizzando enormemente le possibilità di utilizzo e di interpretazione delle informazioni. Come Banca crediamo fortemente che il binomio di digitalizzazione e competenze distintive rappresenti un formidabile acceleratore del cambiamento anche nel settore dei servizi, come già accaduto nella manifattura”.
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