Bambi perdonaci

- di: Barbara Leone
 
Si cresce, si matura, si diventa finanche canuti. E però mai e poi mai ci si dimentica della morte della mamma di Bambi, uccisa per la crudele mano dell’uomo cacciatore. E’ il primo trauma dell’infanzia, che ci insegna che la morte arriva all’improvviso mentre salti felice tra i prati. E che la mamma non è immortale. Una delle scene più tristi della storia del cinema d’animazione. “La tua mamma non ritornerà mai più”, sentenzia il Re della foresta al disperato cerbiatto. Ed è esattamente quello che succederà nel Parco regionale del Delta del Po. Mille Bambi, o giù di lì perché in realtà si tratta di daini ma non cambia molto, sono stati infatti condannati a morte proprio da chi teoricamente dovrebbe proteggerli: l’Ente Parco. Che senza batter ciglio ha deciso che vanno portati al macello perché sono troppi.

“Non c’è alcuna alternativa alla scelta di dare questa destinazione agli animali catturati”, dicono. Perché, secondo loro, rappresentano una specie “aliena”. Proprio così: i Bambi sono alieni. Disney quindi non ci ha capito niente, e neppure noi, perché avrebbe dovuto ambientare il suo film su Marte. Per l’Ente Parco romagnolo sono “alieni” perché non originari dell’habitat. E quindi dannosi per l’ecosistema. Ma oibò, chi ce l’ha portati? O sono atterrati veramente con una navicella spaziale dal pianeta Krypton? Ha ragione l’Ente Parco: i daini non appartengono “naturalmente” a quei territori. Perché è stato l’essere umano ad introdurli lì tra gli anni Settanta e Novanta. Poi, guarda un po’, si sono riprodotti senza controllo. Capita, chiamasi Madre Natura, che sta facendo pure lei la fine della mamma di Bambi e di questi poveri daini che diventeranno polpette. E, complice anche la mancanza di lupi di cui pure siamo responsabili, si sono riprodotti così tanto che ora danno fastidio. Innanzitutto ai cacciatori. Sì, sempre loro, gli onnipresenti e potentissimi cacciatori. Che si lamentano perchè l’odore che li contraddistingue manda in tilt i segugi.

E poi danno fastidio agli agricoltori, perché brucano i cereali, scortecciano le piante giovani più varie ed eventuali. Insomma fanno danni. Che nessuno mette in dubbio, come non si mette in discussione il rispetto che va giustamente portato al lavoro altrui. Agricoltori in primis. Ma la soluzione ci lascia basiti, come tutte le soluzioni dell’essere umano nei confronti degli animali. Perché è sempre la solita storia: prima facciamo disastri, e poi risolviamo con la morte. Vale per i cinghiali, e ora per i daini. Che, emotivamente, ci fanno pure più tenerezza. Ma la vita è vita: è così complicato capirlo? Ed è così complicato trovare una soluzione non cruenta? Manco vogliamo dire che si poteva prevenire, per esempio attraverso un’operazione di sterilizzazione a tappeto. Ma certo, costa troppi danari. Meglio abbatterli, e guadagnarci pure sopra vendendoli a mo’ di fettina panata. Cosa vuoi stasera per cena amore di mamma? Spezzatino di Bambi o di Peppa Pig? Siamo senza pietà, siamo la sola specie sulla faccia della Terra capace di tanta assurda e gratuita crudeltà. Bambi perdonaci. 
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