Baci e abbracci tra Meloni e Salvini. Ma è pace o solo una tregua?
- di: Diego Minuti
Può un abbraccio, davanti a telecamere e macchine fotografiche, sancire una pace duratura? Forse sì o anche forse no? C'è da chiederselo dopo avere visto un Matteo Salvini descamisado avviluppare tra le sue braccia Giorgia Meloni per sottolineare che mai e poi mai tra i due ci sia stato nient'altro che affetto, stima, considerazione, insomma amore. L'occasione è stata offerta dalla manifestazione-clou della campagna per l'elezione del sindaco di Verona, nella quale Lega e Fratelli d'Italia si trovano alleati per sostenere la rielezione dell'uscente Federico Sboarina che, leghista d'antan, ora amoreggia con FdI. Ma, nonostante l'amor tradito, Salvini punta ancora su di lui, anche perché il suo antagonista principale è un altro ex padano, Flavio Tosi, sul quale invece punta Forza Italia. Una ennesima frattura in seno al centrodestra, che vive un momento di enorme confusione, almeno per le alleanze che sono mutevoli a seconda delle diverse latitudini e degli argomenti.
Eppure, a vederli abbracciati sul palco, Giorgia Meloni e Matteo Salvini (l'ordine è, prima, per cavalleria e poi, forse, per peso politico ed elettorale) sembrano essere un tutt'uno, rilanciando in campo politicamente avverso le brutte cose che si dicono negli ultimi mesi sulla contrapposizione che ormai li caratterizza. Ma che, per loro, è solo frutto di maldicenze, cattive interpretazioni che portano normali e fisiologici confronti a essere visti come scontri. Tanto che Giorgia Meloni s'è lasciata scappare un ''alla faccia loro'', riferendosi non si sa bene chi, a nemici o anche amici. Salvini le ha fatto eco dicendo ''poiché avevano detto che saremmo stati come Romeo e Giulietta, garantisco che non faremo la stessa fine''. Frase che è molto piaciuta ai presenti, ma di cui forse in pochi hanno capito l'attinenza, a meno che Salvini non volesse dire che non intende morire insieme a Meloni, per amore. Perché tra tutti i sentimenti che i due esponenti politici hanno riservato nei loro rapporti recenti forse l'amore è il più fuori di luogo.
Comunque, pace (pubblica) doveva essere e pace (pubblica) è stata, con tanti saluti a sgarbi e dispetti, ad accuse e scudisciate, dirette o affidate a qualcuno dei loro luogotenenti. Ora bisogna avere pazienza è capire se quella di Verona è stata una dichiarazione di pace o solo di una tregua. Anche perché non è difficile pensare che le dichiarazioni che si sono scambiate Matteo Salvini e Silvia Meloni avranno un diverso impatto nella terza gamba del tavolino del centrodestra, Forza Italia. Nel senso che le immagini arrivate da Verona avranno fatto felice l'area filoleghista di Forza Italia, ma non completamente, temendo che la creazione di un nuovo asse Lega-FdI possa marginalizzare gli azzurri in un ''nuovo'' centrodestra a trazione Salvini-Meloni.
Come forse le parole dei due leader hanno fatto intendere o temere. Meloni ha detto che per lei ''il centrodestra è fondamentale'', a patto che la coalizione ''sia competitiva, forte e credibile'', con regole e chiarezza sul futuro. Salvini ha rincarato la dose dell'ottimismo dicendo che ''il centrodestra è compatto'' e che ''non abbiamo paura di nessuno''.
Ma, dice il saggio, dai nemici mi guardo io, dagli amici mi guardi Iddio.