Auto bianche in sciopero: che Dio t’assista

- di: Barbara Bizzarri
 
Lo sciopero indetto dai tassisti contro una riforma che a detta del Governo è voluta dall’Europa e a detta dell’Europa bastava molto meno però si sa, dobbiamo distinguerci nell’ossequio, è sfociata come prevedibile in disordini in piazza con i manifestanti che hanno tentato di assaltare Palazzo Chigi. La rabbia e lo scontento sono palpabili, e hanno ragioni fondate: “Nessun incentivo, nessun rimborso per l'aumento del costo dei carburanti e adesso ci impongono una libera concorrenza con chi non deve comprare le licenze da centinaia di migliaia di euro. Noi dipendiamo dalle indicazioni del tassametro e dai turni lavorativi che ci sono imposti dall'alto, che libera concorrenza può essere quella di un servizio pubblico contro una multinazionale come Uber?” si chiede un tassista, e come dargli torto. Il nodo della discordia è l’Articolo 10 del Ddl Concorrenza e l'incontro che si è svolto al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili con il viceministro Teresa Bellanova si è concluso in un nulla di fatto.

Le tredici sigle che rappresentano larga parte dei 40 mila tassisti italiani chiedono lo stralcio dell'articolo in questione, ma il governo sembra disponibile a concedere soltanto qualche aggiustamento. Loreno Bittarelli, presidente di Uritaxi, ha affermato che “il governo dovrà sgomberare il tavolo da qualsiasi forma di liberalizzazione del servizio e dalla possibilità, da parte di società di capitali e multinazionali, di acquisire la titolarità delle licenze, che devono rimanere prerogativa dei tassisti per non abbassare standard di sicurezza e qualità del servizio”. La previsione dell'utilizzo delle app e la liberalizzazione preoccupano giustamente i taxisti italiani, soprattutto in un frangente funesto come quello che si sta vivendo e dopo anni di restrizioni e incertezze. In Parlamento Lega e Fratelli d’Italia hanno proposto lo stralcio dell'articolo incriminato, che delega il governo ad intervenire “sull'adeguamento dell'offerta di servizi alle forme di mobilità che si svolgono mediante l'uso di applicazioni web che utilizzano piattaforme tecnologiche per l'interconnessione dei passeggeri e dei conducenti”. 

Per alcuni significa stare al passo con i tempi, per le associazioni di settore invece si tratta di un’autentica condanna riguardo al destino dei tassisti. Hanno espresso solidarietà e vicinanza alla categoria sia il governatore della Lombardia, il leghista Attilio Fontana, sia Stefano Fassina di Leu, che ha chiesto al Parlamento “di introdurre una soluzione equa a protezione di lavoratrici e lavoratori”. Di parere diametralmente opposto le associazioni di categoria che rappresentano gli Ncc, noleggiatori di auto con conducente, ricevuti da Bellanova subito dopo i tassisti, che hanno scritto in una nota: “Neanche noi vogliamo la liberalizzazione ma ora il problema è rivisitare la legge del 1992 diventata anacronistica: basta pensare che allora non esistevano nemmeno gli smartphone”.
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