Amore irreplicabile
- di: Barbara Leone
La perdita di un animale domestico è un viaggio nel buio, un’esperienza che può essere tanto devastante quanto la perdita di un membro della famiglia. Un vuoto che ci accompagna ogni giorno, un dolore che si insinua nel cuore e nell’anima, lasciando cicatrici profonde. Gli animali domestici non sono semplici compagni, ma angeli silenziosi che condividono con noi momenti di gioia e tristezza, diventando parte integrante della nostra vita quotidiana. Quando un animale domestico ci lascia, il mondo sembra fermarsi. Il loro amore incondizionato, il conforto che ci hanno donato nei momenti difficili, tutto questo scompare lasciando un vuoto incolmabile. La scienza ci dice che il dolore provato può essere paragonabile, se non superiore, a quello sperimentato per la perdita di una persona cara. Questo perché gli animali ci offrono un tipo di affetto puro e sincero, che è raro trovare altrove.
In questo turbinio di dolore, una clinica spagnola offre una possibilità inedita: la clonazione degli animali domestici. In Usa succede già da anni, e i costi sono esorbitanti. Non cambia la sostanza nemmeno in Europa, ora che in Spagna sarà possibile clonare il proprio animale domestico. La notizia è stata data dal quotidiano El Mundo, che ha reso noto che una clinica di Marbella ora dà questa possibilità alle persone che vogliono, appunto, clonare il proprio cane o gatto al prezzo di 55mila euro. Qualcuno dirà… WOW! Sulla carta, infatti, questa appare come un’opportunità per chi non riesce a superare la perdita del proprio amico a quattro zampe. Perché la prospettiva di riavere una copia identica del proprio animale può sembrare una soluzione al dolore, un modo per mantenere vivo quel legame speciale. Sulla carta, appunto. Perché la realtà è ben altra cosa. Per quanto tecnologicamente avanzato, il fatto di clonare un animale domestico porta con sé numerose implicazioni. Una copia genetica, per quanto fisicamente perfetta, non potrà mai replicare la personalità e le esperienze che hanno reso unico il nostro amato compagno. Senza contare che ogni animale ha un percorso di vita unico, influenzato da innumerevoli fattori ambientali e da interazioni personali.
Il clone non sarà mai esattamente lo stesso individuo dell’originale. Sarà sempre e comunque un clone, appunto. E questo può portare a ulteriori delusioni e frustrazioni. Ma c'è di più: la clonazione non solo non risolve il dolore della perdita, ma rischia di fare più male che bene. Clonare un animale domestico può impedire al cuore di guarire veramente, bloccando il processo naturale di lutto. È un’illusione, che promette conforto ma può prolungare il dolore, impedendo di affrontare la realtà della perdita. Perché ogni animale è unico e irripetibile, e cercare di sostituirlo con una copia perfetta rischia di trasformare l’amore in un ciclo perpetuo di dolore e delusione.
Indirettamente, e in maniera completamente diversa, l’ho vissuto da poco sulla mia pelle. Non parlo di clonazione, ma di qualcosa psicologicamente molto simile. Ricordo con nitidezza il giorno in cui persi il mio amato Filippo. Tre anni fa, un tumore violento e fulmineo lo strappò via da me. Pur avendo altri due cani e avendo già vissuto la morte di altri cani, la perdita di Filippo fu per me emotivamente e fisicamente devastante. Non c’era verso di riprendermi, e non facevo che ripetermi: “lui era lui”. I suoi ultimi mesi furono un calvario, la sua testa che pian piano si deformava, le sue urla di dolore, gli attacchi epilettici delle ultime notti... Per mesi e mesi, dopo la sua scomparsa, sentivo il letto muoversi come quando era in preda a quei maledetti attacchi d’epilessia.
Tutto questo mi ha letteralmente devastata, psicologicamente e fisicamente. Gli attacchi di panico, l’insonnia, i mal di testa cronici tornarono con una forza che credevo sopita. Eppure, la vita ha modi misteriosi di guarire le ferite. Qualche mese fa, girovagando sui social, vidi la fotografia di una cagnolina che somigliava incredibilmente a lui. Un evento raro, soprattutto con i meticci. La cagnolina aveva gli stessi colori, la stessa mascherina sul viso, gli stessi occhi a mandorla circondati da una sorta di kajal. Seguii la sua storia per giorni: da quando fu trovata in procinto di partorire su una tomba del cimitero di Cosenza fino alla sua entrata in canile, passando per le adozioni sfumate, gli appelli a vuoto… Poi, un sabato pomeriggio, presi coraggio e feci il numero: “Chiamo per Anita, vorrei adottarla”. Mi sentivo quasi in colpa, perché sapevo benissimo che la volevo con me solo perché somigliava così tanto a Filippo. Un mix tumultuoso di emozioni mi travolgeva. Ma tutto cambiò quando la presi tra le braccia: in quel preciso momento, capii che l’avrei amata per quello che era, e non per ciò che rappresentava. Proprio perché ogni cane è unico, ed è giusto che ad ognuno di loro doniamo un amore esclusivo ed irripetibile.
Forse la clonazione degli animali domestici rappresenta una frontiera a suo modo anche affascinante, ma è fondamentale che non diventi una scorciatoia per evitare il dolore del lutto. La perdita di un animale domestico deve essere riconosciuta e affrontata come un lutto a tutti gli effetti, anche con il supporto adeguato da parte della società. Solo così si potrà garantire che il dolore possa trasformarsi in una nuova opportunità di amore e cura, piuttosto che in un perpetuo ciclo di ricerca di un’illusoria immortalità.