Acri-Ipsos: gli italiani e il risparmio

- di: Redazione
 
In occasione della 97° Giornata Mondiale del Risparmio, è stata presentata la 21° edizione dell'indagine Acri-Ipsos “Gli Italiani e il Risparmio”. I principali risultati sono suddivisi in due macro-aree: la prima, comune a tutte le rilevazioni (dal 2001 al 2020), delinea quali siano oggi il livello di soddisfazione per la propria situazione economica e tenore di vita, l’atteggiamento e la propensione verso il risparmio, evidenziando i cambiamenti rispetto al passato; la seconda è focalizzata sul tema specifico di questa 21° edizione, ossia del “Risparmio privato e risorse europee per la ripartenza del Paese”.

Il contesto in cui ci muoviamo quest’anno è diverso da quello di 12 mesi fa sotto diversi punti di vista. Il senso di pericolo e minaccia derivante dal Covid si è notevolmente ridotto, per quanto ancora presente, inducendo più della metà degli italiani (54%) a pensare che il peggio sia alle spalle e che l’emergenza sanitaria abbia una fine sempre più prossima. Questo induce a focalizzare sempre più l’attenzione su dinamiche, progetti, preoccupazioni di matrice economica, ampliando le proprie prospettive verso un orizzonte a medio termine.

Scopri anche i risultati della precedente edizione dell'indagine Acri-Ipsos "Gli italiani e il risparmio". 

Gli italiani e il risparmio, i principali risultati dell'indagine Acri-Ipsos

Si conferma l’evidenza colta lo scorso anno: vi è un’ampia quota di italiani in grado di resistere alle difficoltà (38%), con una situazione economica in miglioramento (13%), accanto a una quota non trascurabile, e in crescita, che ha esaurito o si rende conto di essere prossima ad esaurire le risorse a propria disposizione, sottolineando gravi mancanze (49% vs. 47% nel 2020).

Rimane molto alta la percentuale di italiani che sono riusciti ad accumulare risparmi negli ultimi 12 mesi e che lo hanno fatto con tranquillità (45%) guardando soprattutto al futuro. Al contempo, però, è tornato a risalire, rispetto al 2020, il numero di famiglie che ha fatto ricorso a risorse proprie o a prestiti (19% vs. 16% nel 2020), descrivendo quindi, una situazione meno rosea che ha portato ad associare il risparmio a un senso di sacrificio.

Altri due aspetti da evidenziare, rispetto allo scorso anno, sono: da un lato, gli aiuti europei e il PNRR, dall’altro, la fiducia nel Governo e nel suo operato, che portano il 40% degli italiani ad intravedere prospettive di miglioramento per l’Italia e l’Europa nei prossimi anni.

Il cambio di scenario contribuisce a far maturare la consapevolezza del legame esistente tra risparmio privato e rafforzamento del senso di compartecipazione allo sviluppo sociale e civile del Paese (79% degli italiani ritiene che sia fondamentale o importante vs. 77% nel 2020). Si evidenziano delle direttrici lungo cui agire per rendere proficuo questo legame: o la formazione, attraverso cui dare spazio e creare occasioni per la realizzazione professionale dei giovani e per riqualificare i lavoratori spiazzati dal cambiamento di scenario (61%); o il welfare per sostenere le fasce più deboli della popolazione, riducendo il rischio di esclusione (62%); o la competitività che non può prescindere da un percorso dettato dalla transizione ecologica, verso modelli di sviluppo sostenibili da un punto di vista ambientale, sociale, organizzativo (64%).

È quindi forte e condivisa la necessità di un modello inclusivo che “non lasci indietro nessuno” nel recupero sociale: abbiamo visto, infatti, come l’uscita dall’emergenza sanitaria rischi di allargare la forbice tra chi sta meglio e chi invece è in difficoltà. In questo contesto ha una presa crescente il ruolo del non profit (per il 53% è fondamentale o importante) e, più in generale, dei corpi intermedi (per il 39% è fondamentale o importante), che aiutano a intercettare le criticità e a trovare soluzioni per affrontare i problemi di oggi e scongiurare quelli che verranno.

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