Il Venezuela in allerta: armato e pronto
Nicolás Maduro, nel corso di un evento con la Milicia Nacional Bolivariana affiancato dal ministro della Difesa Padrino López, ha assicurato che il Paese è pronto a difendersi da qualsiasi aggressione esterna. Il presidente ha evocato un ipotetico “assedio” volto dagli Stati Uniti nei venti giorni precedenti, invitando i civili a unirsi alle milizie per “rafforzare la difesa della sovranità nazionale”, ha affermato Maduro.
Il contesto: navi e marines statunitensi davanti alle coste venezuelane
La tensione è salita nelle scorse settimane: gli Stati Uniti hanno schierato vicino alle acque venezuelane una piccola armata navale — tre cacciatorpediniere Aegis, un sottomarino, altre unità e circa 4.000 marines — ufficialmente per contrastare i cartelli della droga. Il governo Trump ha anche raddoppiato la taglia sulla testa di Maduro a 50 milioni di dollari, accusandolo di essere a capo del “Cartello de los Soles” e di connessioni con il Tren de Aragua.
Mobilitazione storica: milioni di miliziani in campo
In risposta, Maduro ha ordinato una mobilitazione senza precedenti: oltre 4 milioni di miliziani bolivariani attivati per difendere “il sacro suolo del Venezuela”, ha ribadito Maduro. Centri di reclutamento sono stati aperti nelle piazze di Caracas e in altri punti del Paese, attirando casalinghe, pensionati e impiegati statali. Tuttavia, l’opposizione — in primo piano María Corina Machado — ha deriso l’iniziativa, parlando di “spettacolo crudele” e invitando a disobbedire, ha detto Machado.
Coordinazione con la Colombia e fari sul Catatumbo
Maduro ha ringraziato il presidente colombiano Petro per aver militarizzato la regione del Catatumbo, definendo il rapporto tra i due Paesi come “un esempio di coordinazione per la pace, la prosperità e la sovranità”, ha detto Maduro. Ha inoltre chiesto che il ministro Padrino López dialoghi con il suo equivalente colombiano, Pedro Sánchez, per intensificare la lotta al narcotraffico nella zona di confine.
Lo scenario regionale e internazionale
L’escalation interessa non solo Caracas, ma l’intera regione latinoamericana: Guyana e Trinidad & Tobago sostengono l’iniziativa statunitense, mentre analisti vedono nel dispiegamento navale un possibile precursore di un’azione più ampia, magari rivolta a catturare Maduro. Tuttavia, non si profila al momento un’invasione vera e propria. La risposta venezuelana, netta e simbolica, punta a rafforzare la propria narrativa di autodifesa contro un presunto attacco imperialista.
Minacce navali, taglie multimilionarie e mobilitazione popolare
Il Venezuela si trova al centro di un pericoloso gioco geopolitico. Tra minacce navali, taglie multimilionarie e mobilitazione popolare, Maduro ha saputo trasformare l’emergenza in una narrazione di resistenza nazionale. Ma tra propaganda e realtà, la tensione rimane altissima, mentre il continente osserva con crescente apprensione.