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Strage a Vancouver, undici morti durante la festa filippina: un dolore che tocca anche l'Italia

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Strage a Vancouver, undici morti durante la festa filippina: un dolore che tocca anche l'Italia
Il Canada si risveglia sotto shock dopo la tragedia avvenuta a Vancouver, dove un Suv si è scagliato contro la folla durante il festival della comunità filippina, uccidendo undici persone e ferendone decine. A poche ore dal voto nazionale, il paese è costretto a fare i conti con una ferita che colpisce non solo la comunità locale ma anche l’anima multiculturale su cui il Canada ha costruito la sua identità. La polizia ha arrestato un trentenne affetto da disturbi mentali, escludendo, almeno per ora, l’ipotesi di un atto terroristico. Un dramma che riapre anche in Italia il dibattito sulla sicurezza negli eventi pubblici e sulla gestione della fragilità mentale nella società.

Strage a Vancouver, undici morti durante la festa filippina: un dolore che tocca anche l'Italia

L’orrore di Vancouver tocca direttamente il cuore italiano. La comunità filippina è da anni radicata in molte città italiane, da Roma a Milano, da Firenze a Napoli, dove migliaia di donne e uomini lavorano e vivono contribuendo al tessuto sociale. In queste ore, dalle associazioni di migranti alle diocesi, passando per i comuni, arrivano messaggi di solidarietà e vicinanza ai familiari delle vittime. Un sentimento che richiama alla memoria tragedie simili avvenute in Italia, come l’attacco di piazza San Carlo a Torino nel 2017, quando la paura scatenò il panico tra la folla causando morti e centinaia di feriti. Episodi diversi per dinamica ma simili nella fragilità delle nostre società di fronte all'imprevedibilità del dolore.

Sicurezza e salute mentale, un tema anche italiano

La tragedia solleva inevitabilmente domande profonde anche nel dibattito pubblico italiano. Come proteggere le piazze, le feste, gli eventi popolari senza trasformarli in luoghi blindati? E come intervenire, in modo concreto, sulla gestione delle patologie psichiche gravi, spesso lasciate senza risposte adeguate? In Italia il problema è particolarmente sentito, complicato dalla carenza di personale sanitario specializzato e da una rete di servizi territoriali insufficiente a prevenire tragedie annunciate. Il caso canadese diventa così un triste monito anche per il nostro Paese, chiamato a non abbassare la guardia.

Un Paese in lutto alla vigilia delle elezioni

Il Canada affronta questa tragedia in un momento particolarmente delicato: oggi si vota, e la tensione rischia di pesare sull’esito delle urne. Il favorito è Mark Carney, ma l’emozione del momento potrebbe influenzare la partecipazione elettorale e le scelte dell'elettorato. Un fenomeno che l'Italia conosce bene: anche da noi, momenti di forte impatto emotivo hanno più volte condizionato il clima politico, spingendo verso richieste di maggiore sicurezza, ordine e controllo. È una dinamica universale che mostra come il dolore collettivo possa modificare profondamente gli equilibri sociali e politici.

Una lezione universale sulla fragilità della sicurezza pubblica


La strage di Vancouver lascia una lezione amara che non può essere ignorata neppure in Italia. Nessuna società, per quanto evoluta e attenta, è immune dal rischio di eventi tragici generati dalla disperazione o dalla follia individuale. La risposta non può essere solo repressione, ma deve passare attraverso un investimento serio e strutturale sulla salute mentale, sulla prevenzione, sulla capacità di costruire spazi pubblici sicuri e accoglienti. È una sfida che riguarda il Canada oggi, ma che interpella anche l’Italia e l’Europa tutta, mentre si cerca di ricostruire una convivenza civile più solida e più umana.
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