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Harvard corregge la ministra: la lettera torna piena di segni rossi

- di: Jole Rosati
 
Harvard corregge la ministra: la lettera torna piena di segni rossi
Linda McMahon (foto), nominata da Trump all’Istruzione, spedisce una lettera fitta di errori: Harvard la rimanda indietro con correzioni a penna rossa. Il web insorge: “Neanche l’inglese, figuriamoci l’istruzione”.
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Bocciata su tutta la linea
Una lettera ministeriale restituita con segni rossi come il compito di un liceale impreparato. È la scena grottesca che ha travolto Linda McMahon, ministra dell’Istruzione americana nominata da Donald Trump, già dirigente della WWE e senza alcuna esperienza accademica. McMahon aveva scritto ai vertici di Harvard per ribadire l’accusa di antisemitismo all’università e ordinare – tono imperativo, linguaggio scolastico – di non accedere più a fondi federali “fintanto che non cambierete rotta”.
Solo che la forma era peggiore della sostanza. Errori grammaticali, lessicali, frasi incomplete, maiuscole maldestre. Così Harvard ha fatto ciò che qualsiasi insegnante avrebbe fatto con un compito sciatto: ha preso la penna rossa e ha corretto. Poi ha rimandato la lettera alla ministra, annotata parola per parola. Il tutto è finito su X (ex Twitter): tre pagine piene di rettifiche, a partire dalla frase chiave in cui McMahon parla di “modello sistemico di violazione della legge federale”, quando l’inglese corretto richiederebbe “systematic”.

“Come può guidare l’istruzione se non sa scrivere?”
Il web ha reagito come un’aula di studenti che scopre che la prof non sa la grammatica. “Se non sa scrivere in inglese, come può occuparsi di scuola?”, scrive un docente della Columbia su Threads. “Una delle pagine più imbarazzanti della storia recente del Dipartimento”, commenta l’ex ministro dell’Istruzione Arne Duncan su Politico.
La risposta da Harvard non è mai stata ufficializzata con un comunicato, ma fonti dell’ateneo hanno confermato l’autenticità del documento corretto, definendolo “un atto di autodifesa culturale”. “Non possiamo ignorare il fatto che chi ci accusa non ha nemmeno la padronanza della lingua madre”, avrebbe detto un docente del dipartimento di Linguistica secondo quanto riportato da The Boston Globe.

Il caso McMahon, simbolo di un’amministrazione sotto assedio culturale
Linda McMahon non è nuova agli eccessi: con il marito Vince ha guidato la World Wrestling Entertainment e ha poi ottenuto incarichi politici grazie alla sua fedeltà a Trump. Già alla guida della Small Business Administration durante il primo mandato, è stata premiata con il dicastero dell’Istruzione, nonostante non abbia né titoli accademici rilevanti né esperienza educativa.
La sua crociata contro le università “woke” è diventata il vessillo della nuova guerra culturale della destra trumpiana, che considera l’accademia americana un covo di “liberal elitari”. Ma episodi come questo rischiano di trasformare una battaglia politica in una farsa.

Un colpo al prestigio, non solo della ministra: marchio di incompetenza sull'amministrazione Trump
Lo smacco istituzionale è forte. “È come se un ministro dell’Economia sbagliasse i conti di una finanziaria”, osserva ironico il professor Larry Katz, economista di Harvard, su NPR. “Dimostra un’inadeguatezza che va ben oltre la sintassi”.
Nel frattempo, McMahon non ha rilasciato dichiarazioni. Ma nel silenzio ufficiale rimbomba una verità brutale: se la ministra dell’Istruzione viene corretta come una studentessa svogliata, l’intera amministrazione Trump esce da questo episodio con un marchio d’incompetenza.

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