Usa: in febbraio +687.000 posti di lavoro confermano la solida salute dell'economia

- di: Brian Green
 
In febbraio, negli Stati Uniti, ci sono stati 678.000 nuovi posti di lavoro, un ennesimo balzo in avanti nel settore dell'occupazione che sottolinea l'ottimo stato di salute dell'economia, mentre l'ondata della variante Omicron si attenua e più americani, nonostante l'aumento dell'inflazione, sono determinati a spendere in ristoranti, negozi e hotel.
Il rapporto del Dipartimento del lavoro americano, reso noto oggi, ha mostrato che il tasso di disoccupazione negli Usa, dalla fine di gennaio, è sceso dal 4% al 3,8%, parallelamente al crollo dei casi di nuove infezioni da Covid 19. La spesa dei consumatori è aumentata, grazie a salari e a una maggiore disponibilità di risparmi.

Usa: forte crescita dell'occupazione nel mese di febbraio

Rispetto alla fase più acuta della pandemia legata all'esplosione della Variante Omicron i ristoranti hanno riguadagnato i livelli pre-pandemia, le prenotazioni alberghiere sono aumentate e molti più americani hanno ripreso a usare gli aerei per i loro spostamenti. La retribuzione oraria media è aumentata di poco il mese scorso, ma è cresciuta del 5,1% nell'ultimo anno, segno che le aziende si sentono obbligate ad aumentare i salari per attirare e mantenere i lavoratori. Contemporaneamente, molti datori di lavoro, a loro volta, hanno aumentato i prezzi per compensare i maggiori costi del lavoro, alimentando i processi inflattivi.

L'inflazione al consumo ha raggiunto il livello più alto dal 1982, schiacciando le famiglie e le imprese americane, con picchi di prezzo particolarmente elevati per beni di prima necessità come cibo, benzina e affitto. Per contrastare la fiammata dei prezzi, la Federal Reserve ha già anticipato che quest'anno aumenterà più volte i tassi di interesse e la prima variazione sarà attuata entro la fine di marzo. L'aumento dei tassi comporterà tassi di prestito più elevati per i consumatori e le imprese, comprese le case, le automobili e le carte di credito.

Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha lanciato un allarme per le conseguenze del conflitto in Ucraina, dicendo che la guerra comporterà prezzi più alti per il gas e per altre materie prime come alluminio, grano e mais, mantenendo così l'inflazione più alta di quanto sarebbe stata altrimenti. I prezzi del petrolio, che sono aumentati vertiginosamente dall'inizio della guerra più di una settimana fa, sono di fondamentale importanza per l'economia globale.

I dati hanno rimarcato come, durante la fase dei contagi determinata da Omicron, le aziende hanno subito lievissimi contraccolpi, tanto che a fine dicembre c'erano disponibili 1,7 posti per ogni disoccupato, quando, storicamente, ci sono più persone disoccupate che posti di lavoro.
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