Harris parla all'America, ma non cancella le perplessità sulle politiche economiche
- di: Redazione
Il discorso con cui Kamala Harris ha accettato ufficialmente di rappresentare i democratici per l'elezione del prossimo presidente degli Stati Uniti è stato applaudito freneticamente dal foltissimo uditorio dell'United Center di Chicago, dove si è svolta la convention. Harris ha parlato usando la sua capacità di attraversare i temi cari all'elettorato americano, anche se alcuni suoi passaggi sono sembrati meno efficaci rispetto ad altri. Un discorso che fino a cinque settimane fa lei nemmeno pensava che si sarebbe trovata a fare.
Eppure la decisione di Joe Biden di tirarsi indietro (troppe le incertezze legate alla sua possibilità di affrontare una campagna elettorale durissima, soprattutto dopo il devastante tracollo del confronto televisivo con Trump) ha catapultato la sua vice sul proscenio, da migliore candidata possibile, in un panorama in casa democratica che non ha manifestato competitor spendibili.
Harris parla all'America, ma non cancella le perplessità sulle politiche economiche
Kamala, a Chicago, ha fatto bene a parlare dei diritti delle donne, difendendo le scelte che affrontano quando si parla di gravidanze. Tema delicato, se ce n'è uno, in un momento storico in cui i diritti legati alla riproduzione sono sotto attacco da parte dei conservatori, che si muovono - come sta accadendo negli Stati che hanno governatori repubblicani - per restringere la libertà delle donne di decidere quel che ritengono meglio per loro.
L'intervento della candidata democratica ha vissuto su pochi, fondamentali punti fermi: libertà, opportunità, compassione, dignità, equità, possibilità.
Pochi punti, scontati forse, ma di buon senso, perché rivolti ad una nazionale che, mai come oggi, è incerta sulle sue scelte, condizionate da vecchie paure e nuove preoccupazioni.
"Con queste elezioni, la nostra nazione ha una preziosa e fugace opportunità di andare oltre l'amarezza, il cinismo e le battaglie divisive del passato" - ha affermato - "Quindi, usciamo e combattiamo per questo. Usciamo e votiamo per questo. E insieme, scriviamo il prossimo grande capitolo della storia più straordinaria mai raccontata."
Kamala Harris si trova davanti una impresa difficile perché l'elettorato non democratico, ma non per questo repubblicano, sembra non avere metabolizzato e soprattutto apprezzato i traguardi raggiunti soprattutto in economia da Joe Biden, che forse ha pagato eccessivamente la sensazione di fragilità che, soprattutto negli ultimi mesi, lo ha circondato, spesso senza una ragione.
E oggi forse Donald Trump comincia a perdere le certezze che gli derivavano, fino a poche settimane fa, dall'avere di fronte un candidato più anziano di lui e che dava l'impressione di non potere reggere un eventuale secondo mandato. Ma l'ascesa di Harris - non solo per la pioggia di donazioni, a livelli record - mette Trump nella difficile condizione di dovere riprendere a combattere, dopo avere pensato improvvidamente di avere già vinto e quindi di essere autorizzato a dire tutto quello che gli passa per la testa.
A cominciare dal sistematico dileggio degli avversari, condito da insulti e bugie, ripreso ieri sera quando ancora Kamala Harris stava parlando..
Ma anche la candidata democratica ora deve affrontare una strada ripida, perché su alcuni temi, quali quelli legati alla sicurezza, ma soprattutto all'economia, non è che sia stata chiarissima, rifugiandosi dietro i soliti stereotipi, come quello del taglio delle tasse per la classe media, che tradizionalmente decide le sorti dei candidati.
Perché la vicepresidente può anche spandere promesse e speranze, ma prima o poi, uscita dalla confort zone della convention e affrontando un interlocutore neutrale, quindi non necessariamente ostile (come un giornalista), dovrà spiegare come intende ampliare l'accesso all'assistenza sanitaria, ai farmaci da prescrizione, agli alloggi a prezzi accessibili, all'assistenza all'infanzia più economica, così come mettere in riga l'aggressività delle aziende o come intervenire a tutela dell'ambiente.
Perché se Kamala Harris ha spiegato come si comporterà con la Nato, con l'Ucraina e con Israele, non altrettanto ha fatto per dire come intende finanziare i suoi progetti, tenendo ben presente che le elezioni sono cosa diversa dal clima della convention, dove la gioia è stata travolgente, e sapendo che fuori dell'United Center tutto è più difficile, perché è lì che c'è la vita vera. Un ammonimento è arrivato dall'ex presidente Obama, grande sponsor di Kamala Harris, quando, dal palco, ha detto: ''Riconosciamo che il mondo si sta muovendo velocemente, che hanno bisogno di tempo e forse di un piccolo incoraggiamento per recuperare. I nostri concittadini meritano la stessa grazia che speriamo estendono a noi".
Ora che la convention è finita, Harris deve dimostrare di poter diventare una figura politica unica, che merita il festival degli applausi che le sono stati riservati a Chicago.