Ue, Gentiloni: "Lavorare su regole fiscali comuni per rendere sostenibile il percorso di rientro del debito"

- di: Daniele Minuti
 
Il commissario europeo agli Affari economici, Paolo Gentiloni, è intervenuto nel seminario intitolato "L'economia italiana in Europa: la sfida della convergenza", organizzato dalla Fondazione per l’Analisi, gli Studi e le Ricerche sulla Riforma delle Istituzioni Democratiche e sulla innovazione nelle amministrazioni pubbliche.

Durante l'evento, nato per la pubblicazione di "Recovery Pathways: the Difficult Italian Convergence in the Euro Area", ultimo libro dell'economista Marcello Messori, l'ex premier ha parlato di come sia fondamentale una nuova regolamentazione congiunta nell'Eurozona per facilitare la ripresa.

"C'è bisogno di regole fiscali comuni" - ha spiegato Gentiloni - "ma esse devono essere realistiche e adattarsi alla realtà, una realtà in cui il livello medio del debito arriva al 102% e in cui le Nazioni che riescono a rispettare la soglia imposta del 3% saranno al massimo tre. Ciò non vuol dire che vanno messe in discussione le soglie dei trattati, nonostante sappiamo che il numero non ha un gran razionale economico e che esso viene pensato sulla media del debito dei Paesi nel periodo in cui fu scelto: siamo ben consci che se partiamo dalla fine, cioè da un'eventuale modifica di queste soglie, non andremmo molto lontano".

Il commissario europeo agli Affari economici ha quindi dichiarato: "Dobbiamo necessariamente lavorare sulle regole in modo da rendere il rientro del debito un percorso sostenibile, processo indispensabile indipendentemente dalle soglie, specialmente per un paese come l'Italia che registra una cifra molto alta. Per quanto noi possiamo cambiare le regole e per quanto il debito costi meno e quindi non sia un'emergenza forte come lo era qualche anno fa, il fatto di dover rientrare da questi livelli dovrebbe essere scontato: il vero punto è quello di mettere insieme delle regole che siano attuabili e che stimolino la crescita. In questo scenario però dobbiamo assolutamente evitare gli errori della crisi precedente, quando gli investimenti pubblici netti scesero fino a zero, c'è bisogno di regole attuabili. Una modifica di esse faciliterebbe anche il lavoro della Banca Centrale Europea perché anch'essa, prima o poi, dovrà intraprendere un processo di transizione che la porti in una fase diversa".

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