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Ue apre il fronte antitrust sull’uso dei contenuti per l’AI

- di: Alberto Venturi
 
Ue apre il fronte antitrust sull’uso dei contenuti per l’AI

La Commissione europea ha avviato un’indagine formale per verificare se Google abbia utilizzato contenuti online — dagli articoli degli editori ai video caricati su YouTube — per addestrare e alimentare i propri servizi di intelligenza artificiale in condizioni potenzialmente distorsive della concorrenza. Il procedimento si inserisce nella stagione regolatoria inaugurata con il Digital Markets Act e punta a fare chiarezza sul punto più sensibile del nuovo ecosistema AI: chi fornisce la materia prima, ovvero i dati, e chi ne trae vantaggio competitivo.

Ue apre il fronte antitrust sull’uso dei contenuti per l’AI

L’esame riguarda soprattutto l’integrazione dell’AI generativa nei risultati di ricerca. Le “Panoramiche AI” e le “Modalità AI”, secondo Bruxelles, potrebbero poggiare su contenuti editoriali utilizzati senza un compenso adeguato e senza una reale possibilità per gli editori di rifiutare l’impiego dei propri testi. La pressione deriva dalla dipendenza strutturale dei siti di informazione dal traffico proveniente dal motore di ricerca: rinunciare alla presenza su Google equivale a scomparire dal mercato digitale.

L’Antitrust vuole verificare se questa asimmetria abbia trasformato una scelta contrattuale in un obbligo di fatto, con conseguenze sulla sostenibilità economica dell’informazione online e sul pluralismo del mercato delle idee.

YouTube e i contenuti usati per l’addestramento dei modelli
L’indagine tocca anche YouTube, piattaforma in cui i creatori, per poter caricare i propri video, devono autorizzarne l’utilizzo per diversi scopi, incluso l’addestramento dei modelli generativi. La Commissione intende verificare se questo meccanismo conceda a Google un vantaggio esclusivo, visto che agli sviluppatori concorrenti è impedito l’accesso alle stesse risorse audiovisive per costruire modelli alternativi.

Il nodo è cruciale: i dataset video rappresentano oggi uno degli asset più preziosi per costruire sistemi multimodali avanzati. Un monopolio di fatto nell’accesso ai contenuti potrebbe influenzare in modo determinante l’evoluzione del settore, rafforzando la posizione dominante di un singolo operatore.

Il tema dei compensi e dell’equità del mercato AI
Al centro del dossier c’è il principio, ancora in via di definizione, della remunerazione per l’uso dei contenuti nell’AI generativa. Editori, artisti e creatori reclamano un modello che riconosca il valore economico dei loro materiali, mentre le big tech sostengono che gli standard del web e le licenze d’uso consentano già un accesso sufficiente ai dati. L’Europa, invece, sembra intenzionata a costruire un quadro in cui i contributori non siano meri fornitori non retribuiti di materia prima digitale.

Un caso strategico per il futuro del mercato

L’esito dell’indagine non è scontato, ma il suo impatto va oltre il perimetro di Google. È un test per definire i confini della concorrenza nell’era dell’intelligenza artificiale: se l’accesso ai contenuti diventa il principale vantaggio competitivo, occorre stabilire chi può usarli, a quali condizioni e con quali garanzie per i titolari dei diritti.

Per gli operatori europei, che non dispongono di piattaforme con la stessa scala globale, il rischio è rimanere schiacciati da regole implicite prodotte dall’asimmetria dimensionale. Per questo Bruxelles ha classificato il dossier come “prioritario”: dal suo esito dipenderà la distribuzione del potere economico nel mercato dei modelli generativi nei prossimi anni.

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