Ucraina-Russia, stop ad accordo sul grano. Filiera Italia: "A rischio Made in Italy e stabilità dei paesi del Mediterraneo"

- di: Barbara Bizzarri
 
La decisione della Russia di non rinnovare l’accordo sul grano che consentiva di far passare dal Mar Nero in guerra le derrate agricole verso l’Europa e il Mediterraneo in generale, e il pessimo clima della prima parte del 2023, che ha compromesso gran parte dei raccolti, potrebbero avere conseguenze globali estremamente negative. Il primo a lanciare l’allarme è stato il Cancelliere tedesco Olaf Scholz: “È molto importante dire oggi che il fatto che la Russia non voglia prolungare l'accordo sulle consegne di grano attraverso il Mar Nero è una cattiva notizia per tutto il resto del mondo”.

Ucraina-Russia, stop ad accordo sul grano. Filiera Italia: "A rischio Made in Italy e stabilità dei paesi del Mediterraneo"

A fargli eco è oggi anche Luigi Scordamaglia, Amministratore Delegato di Filiera Italia, commentando la decisione di sospendere l'accordo tra Ucraina, Russia e Turchia sul grano: "Da un lato rischiamo di assistere alla carenza di un prodotto assolutamente essenziale per i Paesi del Nordafrica che dipendono direttamente da queste importazioni, anche fino al 100% del loro fabbisogno, e legano all'approvvigionamento agroalimentare la stabilità geopolitica della loro popolazione. Dall'altro lato il grano e i cereali non più riversati su quei mercati rischiano di essere reindirizzati sul mercato comunitario, e quindi in Italia, provocando un ulteriore danno al grano Made in Italy, già penalizzato da costi di produzione molto elevati, che dipendono anche dalla recente siccità, e a cui viene riconosciuto un prezzo assolutamente inadeguato a coprire tali costi di produzione". Le quotazioni del grano tenero, infatti, sono crollate del 30% nell'ultimo anno, su valori che sono scesi ad appena 26 centesimi al chilo.

Per l'Amministratore Delegato "è pertanto necessario che venga fatto ogni sforzo da parte dell'Unione Europea affinché riprendano i regolari flussi di grano dall'Ucraina al Nord Africa. Inoltre, l'Europa è tra i Paesi più danneggiati da questo mancato rinnovo dell'accordo per almeno due motivi: l'aumento tensione geopolitica nel Mediterraneo porterebbe a un conseguentemente aumento dei flussi migratori di centinaia di milioni di persone prive dei beni alimentari di prima necessità, e questa enorme quantità di grano e cereali che non andrà in Africa del nord si riverserà attraverso vie terrestri in Europa, facendo crollare il prezzo del grano prodotti in Europa e in Italia, grano che già oggi viene pagato agli agricoltori italiani a prezzi inadeguati a coprire i costi di produzione, gli stessi agricoltori che domani dovranno anche subire la concorrenza di un grano neanche in condizioni ottimali di conservazione".

“Considerato tutto ciò - conclude Scordamaglia - l'Europa dovrebbe favorire un accordo con la Russia cercando di accogliere le richieste che quest'ultima ha sulla riapertura delle esportazioni dalla Russia dei fertilizzanti e di altri prodotti utili all'agricoltura, con appositi sistemi di pagamento che rimangano al di fuori delle sanzioni. Ciò aiuterebbe sia la food security globale che l'agricoltura europea".

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