Una svolta storica: il Regno Unito ha ufficialmente concordato con l’Unione Europea il rientro nel programma Erasmus+, l’iconico schema di mobilità per studenti, apprendisti e docenti, a partire dall’anno accademico 2027. Il ritorno segna un cambio di passo nelle relazioni post-Brexit tra le due sponde della Manica, con significative ricadute per giovani e istituzioni educative in tutta Europa.
Cos’è Erasmus+ e perché conta
Erasmus+ è il programma dell’Unione Europea dedicato all’istruzione, alla formazione, alla gioventù e allo sport per il periodo 2021-2027. Offre opportunità di studio, lavoro, tirocini, scambi culturali, formazione per insegnanti e mobilità per gruppi giovanili.
Il Regno Unito aveva interrotto la partecipazione al programma nel contesto della Brexit, sostituendolo con il Turing Scheme, un’iniziativa nazionale con obiettivi simili ma portata meno reciproca.
Che cosa prevede l’accordo
L’intesa siglata tra Londra e Bruxelles stabilisce che il Regno Unito rientrerà nel programma Erasmus+ dal 2027. La partecipazione comprenderà:
- Mobilità di studenti universitari e di formazione professionale;
- Scambi per apprendisti, gruppi scolastici e adult learners;
- Formazione e scambi per docenti e staff educativo;
- Possibilità di stage e work placement all’estero.
La partecipazione britannica comporterà un contributo finanziario significativo: per il primo anno è previsto un impegno di circa £570 milioni, con uno sconto del 30% negoziato per il ciclo iniziale.
Dichiarazioni e commenti ufficiali
Nick Thomas-Symonds, ministro britannico per le relazioni con l’UE, ha definito la riadesione “un grande vantaggio per i giovani” e ha sottolineato che l’accordo “mette le opportunità al centro e conferma che il nuovo partenariato funziona”.
La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha espresso soddisfazione per il ritorno del Regno Unito nello schema, evidenziando la possibilità di “esperienze condivise e amicizie durature” tra giovani europei e britannici.
Reazioni politiche e critiche
Il rientro in Erasmus+ non è stato accolto senza polemiche nel Regno Unito. I conservatori hanno criticato la scelta come un allontanamento dagli obiettivi della Brexit, sostenendo che il governo stia reinvestendo risorse significative in un programma UE con benefici giudicati inferiori rispetto al Turing Scheme.
Dall’altra parte, partiti europeisti e associazioni studentesche – tra cui la National Union of Students – hanno accolto la notizia come una fondamentale vittoria per la mobilità e l’accesso alle opportunità formative transnazionali.
Impatto su studenti e università
Secondo stime governative, oltre 100.000 giovani britannici potrebbero beneficiare del programma nel primo anno di reintroduzione, con prospettive analoghe per studenti e docenti europei che sceglieranno il Regno Unito come destinazione.
Le università e gli istituti di istruzione superiore hanno accolto positivamente l’accordo, sottolineando che il ritorno di studenti europei nei campus britannici può portare a scambi culturali, collaborazioni di ricerca e rafforzamento delle relazioni accademiche in un momento di crescente competizione globale nel settore educativo.
Prospettive per il futuro
Il rientro del Regno Unito nel programma Erasmus+ si inserisce in un più ampio contesto di riallineamento delle relazioni tra Londra e Bruxelles, avviato nel 2025 con il cosiddetto “reset post-Brexit”. Oltre all’istruzione, sono in corso interlocuzioni su energia, commercio di prodotti alimentari e cooperazione tecnologica.
Il ritorno del Regno Unito in Erasmus+ rappresenta un punto di svolta nel panorama educativo europeo e nelle relazioni con l’Unione Europea: un mix di pragmatismo politico e investimenti nelle opportunità per le nuove generazioni. Sullo sfondo, resta aperto il dibattito su costi, benefici e identità nazionale in un mondo sempre più interconnesso.