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Ucraina, si chiude la conferenza a Roma: “Impegni per oltre 10 miliardi”

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Ucraina, si chiude la conferenza a Roma: “Impegni per oltre 10 miliardi”

Si è conclusa a Roma la Conferenza per la ripresa dell’Ucraina, un evento che ha visto convergere impegni politici e finanziari da parte dell’Unione Europea e di numerosi attori internazionali. Nella sede dell’evento, la premier Giorgia Meloni ha annunciato il raggiungimento di accordi per oltre 10 miliardi di euro, ponendo l’Italia come snodo decisivo del sostegno occidentale a Kiev. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto sottolineare l’importanza politica della manifestazione: “È cruciale far capire che Kiev non è sola”, ha dichiarato, richiamando il valore strategico e simbolico della solidarietà europea. L’intervento del capo dello Stato ha fatto eco al discorso della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che ha illustrato un nuovo Fondo europeo per la ricostruzione dell’Ucraina, all’interno di un più ampio disegno di investimenti sul modello del ‘Piano Marshall’.

Ucraina, si chiude la conferenza a Roma: “Impegni per oltre 10 miliardi”

Von der Leyen ha chiarito che il nuovo fondo sarà il perno delle operazioni di ricostruzione, con un’architettura finanziaria che mobiliterà capitali pubblici e privati attraverso una regia europea, ma con forte protagonismo delle imprese e delle istituzioni nazionali. La presidente ha voluto anche rispondere all’idea di “stanchezza da guerra”, ribadendo che “la pace sarà possibile solo se saremo uniti e determinati”. Un messaggio condiviso dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha partecipato in videocollegamento ringraziando tutti i Paesi coinvolti. “La guerra si ferma solo se siamo uniti, se il mondo libero continua a credere nel nostro futuro”, ha detto il leader di Kiev, confermando che la ricostruzione è già cominciata in alcune regioni liberate.

Trump rilancia: attesa per un annuncio di lunedì

Nel pieno della conferenza, è arrivata anche una dichiarazione a sorpresa da Donald Trump, che ha annunciato per lunedì prossimo una “importante comunicazione” riguardante il conflitto in Ucraina. L’ex presidente, tornato al centro della scena politica, non ha chiarito se si tratterà di una proposta diplomatica, di una svolta strategica o di una nuova misura economica. L’annuncio ha sollevato speculazioni sui media americani ed europei, anche perché arriva in un momento di forte attivismo diplomatico statunitense. Secondo alcune fonti, potrebbe trattarsi di una proposta per congelare il conflitto o di un nuovo piano di negoziazione da presentare alla Russia.

Il Regno Unito evoca la possibilità di risposta nucleare
Dal versante britannico è giunta una dichiarazione che ha suscitato forti reazioni. Il neoeletto premier laburista Keir Starmer ha evocato lo scenario di una “risposta nucleare” nel caso in cui la minaccia russa dovesse superare certi limiti. Sebbene le sue parole siano state contestualizzate come parte di una dottrina di deterrenza, il riferimento ha riacceso il dibattito sul ruolo delle armi strategiche nel conflitto. Starmer, in una dichiarazione successiva, ha chiarito che la sua posizione è in linea con la storica postura del Regno Unito nella NATO, ma non ha escluso un rafforzamento della presenza britannica sul fianco orientale dell’Alleanza.

Mosca abbatte 155 droni, resta alta la tensione
Intanto, sul terreno, la guerra continua. Le autorità russe hanno annunciato di aver abbattuto 155 droni ucraini sulla regione di Kursk, al confine nord-orientale. Secondo il ministero della Difesa russo, l’operazione rappresenta uno dei più vasti attacchi aerei con droni condotti da Kiev dall’inizio del conflitto. Le immagini diffuse dai media russi mostrano numerosi incendi e colonne di fumo nella zona, anche se non risultano al momento vittime civili. L’episodio conferma l’evoluzione della guerra verso una crescente dimensione tecnologica, con i droni usati come arma offensiva su larga scala e in grado di colpire infrastrutture strategiche in profondità nel territorio russo.

Un tentativo di equilibrio nella diplomazia internazionale
Il vertice di Roma ha mostrato la volontà europea di affermare un protagonismo autonomo sulla questione ucraina, all’interno di una cornice atlantica ancora saldamente guidata dagli Stati Uniti. L’annuncio di Trump e le dichiarazioni di Starmer segnalano tuttavia la difficoltà di tenere unita la visione occidentale, tra pressioni interne, competizioni elettorali e diverse priorità nazionali. In questo scenario, l’Italia ha cercato di posizionarsi come interlocutore affidabile e ponte tra le capitali europee, Washington e Kiev, portando a casa un successo organizzativo e simbolico che potrebbe rafforzare il suo ruolo nei futuri negoziati.

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