Ucraina: la commissione Ue dice sì (per ora) al tetto al prezzo del gas

- di: Redazione
 
La guerra scatenata dalla Russia contro l'Ucraina ormai si combatte non solo sul territorio o nelle cancellerie Occidentali, ma anche e forse soprattutto sul piano economico, da quando Putin usa le sue risorse energetiche come arma (di ricatto) nei confronti di chi si oppone concretamente a lui. Oggi - dopo le mille contraddizioni in Europa sulle politiche da adottare in campo energetico - l’Unione europea (finalmente) si è detta pronta, per bocca della presidente della Commissione, Ursula von del Leyen, a ''discutere un tetto per il prezzo del gas per produrre elettricità''.

La commissione Ue approva il tetto al prezzo del gas

La nuova, e si spera realmente unitaria, posizione della Commissione sulla guerra energetica scatenata dal Cremlino, è stata ufficializzata da von der Leyen davanti al Parlamento europeo, in riunione plenaria con all'ordine del giorno quanto sta accadendo in Ucraina.
Rivolgendosi ai parlamentari, il presidente della Commissione europea ha detto che ''Putin ha usato l’energia come arma, causando difficoltà economiche e sociali. Le misure che abbiamo messo in atto ci forniscono un primo cuscinetto di protezione. Ora faremo un passo avanti per affrontare l’aumento dei costi energetici''.

Il riferimento è stato al Title Transfer Facility, il ''mercato'' del gas naturale con base in Olanda, nei confronti del quale von Der Leyen ha usato parole forti dapprima definendolo ''il nostro principale parametro di riferimento dei prezzi'', per poi aggiungere che ''non è più rappresentativo del nostro mercato, che oggi include più Gnl'', cioè gas naturale liquefatto. Lo stesso tetto del prezzo del gas per generare elettricità, per la presidente, è ''una soluzione temporanea fino allo sviluppo di un nuovo indice dei prezzi della Ue che garantisca un migliore funzionamento del mercato. La Commissione ha avviato i lavori su questo''.

Ursula von Der Leyen ha quindi tratteggiato la situazione dei consumi, facendo un bilancio che, seppure condizionato della gravita della situazione, appare positivo.
''Abbiamo ridotto - ha detto - il nostro consumo di gas di circa il 10%. Le forniture russe da gasdotto sono diminuite, passando dal 40% al 7,5% di oggi. Abbiamo compensato questa riduzione con l’aumento delle importazioni di Gnl e gasdotti, principalmente dai nostri fornitori affidabili come gli Stati Uniti e la Norvegia. Lo stoccaggio di gas nella Ue è ora al 90%. Questo è il 15% in più rispetto allo stesso giorno dell’anno scorso''.
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