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Trump sfida Teheran, Grossi avverte: "L’Iran può tornare all’atomica"

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Trump sfida Teheran, Grossi avverte: 'L’Iran può tornare all’atomica'

Donald Trump alza il livello dello scontro con l’Iran. Lo fa nel suo stile: diretto, scenografico, iperbolico. “Abbiamo distrutto l’impianto di Fordow come se fosse burro”, dice il presidente degli Stati Uniti, rilanciando una linea dura e muscolare sulla questione nucleare iraniana. La dichiarazione è destinata a pesare non solo sul piano tecnico, ma anche e soprattutto su quello politico. Perché mentre da Washington arriva l’annuncio trionfale della fine del programma atomico di Teheran, da Vienna il direttore dell’Aiea, Rafael Grossi, frena: “L’Iran ha ancora le capacità industriali e tecnologiche per riprendere l’arricchimento dell’uranio. Potrebbe farlo tra pochi mesi”.

Trump sfida Teheran, Grossi avverte: "L’Iran può tornare all’atomica"

L’Iran, da parte sua, risponde mantenendo il profilo istituzionale. “Non c’è alcuna minaccia contro i vertici dell’Aiea”, precisa una nota del governo, nel tentativo di evitare ulteriori escalation verbali. Ma il messaggio è chiaro: il confronto è ancora aperto. Il governo di Teheran non vuole passare per il Paese che attacca la comunità internazionale, ma neppure intende rinunciare alla leva strategica del nucleare. In mezzo, resta la questione politica interna iraniana, con il presidente eletto Pezeshkian che si insedia in un clima segnato da pressioni esterne e un’agenda internazionale che si preannuncia complessa fin dai primi giorni.

Macron riattiva il canale europeo
In questo contesto si inserisce la telefonata tra Emmanuel Macron e lo stesso Pezeshkian. Il presidente francese cerca di riportare la partita sul piano del negoziato. Non è un caso che si sia mosso in prima persona: il dossier nucleare iraniano è uno snodo cruciale anche per l’Europa, che teme le conseguenze di una nuova fiammata nel Golfo Persico. Il tentativo di Parigi è quello di riaprire un canale che gli Stati Uniti sembrano voler archiviare, almeno a giudicare dai toni di Trump. Ma la finestra è stretta. L’Iran è sotto pressione economica e militare. E anche sul fronte interno, il margine per trattative morbide appare ridotto.

Trump rilancia anche su TikTok e dazi
In parallelo, il presidente americano annuncia di aver trovato un acquirente per TikTok, altro fronte caldo nei rapporti con la Cina. E sul piano commerciale, chiarisce che non ci sarà alcuna proroga dopo la scadenza dei dazi del 9 luglio. La Casa Bianca punta a rafforzare il messaggio di fermezza: sulle questioni strategiche non si transige. È una strategia coerente con l’impostazione trumpiana, in vista anche delle elezioni. L’obiettivo è mostrare un’America che non arretra, che difende i propri interessi su ogni scacchiera, dal nucleare all’economia digitale.

La pressione internazionale e le incognite interne
Le parole di Trump servono anche a consolidare il fronte interno. In una fase in cui la politica estera è destinata a giocare un ruolo determinante nella campagna per il secondo mandato pieno, il presidente cerca di proiettare un’immagine di controllo e successo. Ma le dichiarazioni dell’Aiea introducono una crepa nella narrazione: l’Iran non è stato piegato, solo rallentato. E nel contesto attuale, basta poco perché si riaccendano le tensioni. La mossa di Macron è un segnale in questo senso: l’Europa teme di restare tagliata fuori dal nuovo ordine globale. E cerca di giocare d’anticipo, prima che l’asse Washington-Teheran precipiti definitivamente nel confronto.

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