Trasporti: le case automobilistiche contestano il Patto verde dell'Ue

- di: Jean Aroche
 
Nel pacchetto legislativo presentato ieri, che deve dare forma al Patto Verde Europeo, la Commissione Europea punta a ridurre le emissioni di CO 2 del 55% entro il 2030 per i trasporti, settore che non ha mancato di reagire immediatamente.
La proposta di Bruxelles di ridurre a zero le emissioni di CO 2 delle auto nuove entro il 2035 equivale a vietare i motori termici e "non è una soluzione razionale in questa fase", ha scritto, in una nota ufficiale, l'Associazione delle case automobilistiche europee, secondo cui "tutte le opzioni, inclusi motori termici altamente efficienti, ibridi e veicoli a idrogeno, devono svolgere un ruolo nella transizione verso la neutralità climatica".

Ad avviso dell'Associazione, riducendo a zero le emissioni delle automobili a partire dal 2035, la proposta legislativa della Commissione equivale di fatto a vietare la vendita di auto a benzina e diesel, nonché di tecnologie ibride. Attualmente, solo i veicoli elettrici sarebbero in grado di soddisfare questo requisito.
"Chiediamo alle istituzioni dell'UE" - ha detto Oliver Zipse, a capo della Bmw e presidente dell'Associazione delle case automobilistiche europee - "di concentrarsi sull'innovazione piuttosto che rendere obbligatorie o vietare di fatto tecnologie specifiche".

Zipse ha anche posto l'accento sull'obiettivo di ridurre il tetto alle emissioni di CO 2 del 55% nel 2030, rispetto ai 95 grammi attualmente autorizzati. Il regolamento prevede, per il momento, una riduzione del 37,5% entro tale data, già considerata molto ambiziosa dai produttori.
"L'attuale proposta per una riduzione ancora maggiore delle emissioni di CO 2 entro il 2030 richiede un ulteriore massiccio aumento della domanda di mercato di veicoli elettrici in un breve periodo di tempo", ha affermato Zipse, secondo cui "senza un aumento significativo degli sforzi di tutte le parti interessate (compresi gli Stati membri e tutti i settori coinvolti) l'obiettivo proposto non è semplicemente praticabile''. Inoltre, "il nuovo obiettivo di CO 2 accelererà in modo significativo la trasformazione strutturale della catena del valore automobilistica, che richiederà un'attenta gestione per ridurre al minimo l'impatto sulla nostra economia e sui posti di lavoro", hanno affermato i produttori.

Comunque, l'Associazione ha accolto con favore l'impegno della Commissione a dare un forte sviluppo alla rete di stazioni di ricarica lungo le strade europee, dicendosi però "molto preoccupata che gli obiettivi siano molto al di sotto del necessario". Bruxelles promette 3,5 milioni di punti di ricarica accessibili al pubblico entro il 2030.
"I produttori si impegnano a ridurre le emissioni a zero. Tutti i membri di Associazione" - si legge in una nota - "sostengono l'obiettivo della neutralità climatica entro il 2050 e investono miliardi in tecnologie sostenibili e innovative".

Critiche anche, le compagnie aeree (riunite nella Iata) che respingono il piano europeo di tassare gradualmente il cherosene per i voli interni all'Ue bollandolo come "controproducente".
"L'aviazione è sulla strada della 'decarbonizzazione' e non ha bisogno di "misure punitive come le tasse" per cambiare, si legge ancora nel comunicato della Iata. "Per ridurre le emissioni" - ha detto Willie Walsh, amministratore delegato dell'associazione - "abbiamo bisogno che i governi attuino un quadro politico costruttivo".
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