Il mondo del tennis è attraversato da un terremoto senza precedenti. Dodici tennisti hanno sottoscritto un documento che accusa le principali istituzioni del circuito—ATP, WTA, ITF e ITIA—di gestione “illegale e abusiva” dello sport professionistico. Un’accusa pesante, che si inserisce in un contesto di crescenti tensioni tra i giocatori e le organizzazioni che governano il tennis mondiale.
Il tennis si spacca: dodici firme contro il sistema, Sinner nel mirino
Ma la denuncia non è solo una presa di posizione generale: il caso di Jannik Sinner viene citato esplicitamente nel documento, come esempio di una gestione poco trasparente delle regole antidoping. Il numero uno del mondo, secondo i firmatari, avrebbe ricevuto un trattamento privilegiato dall’ITIA, che ha accettato la sua spiegazione senza procedere con ulteriori indagini o sanzioni.
A riportare la notizia è Fanpage, che svela anche l’identità dei dodici firmatari della denuncia: Anastasia Rodionova, Nicole Melichar-Martinez, Saisai Zheng, Sorana Cirstea, John-Patrick Smith, Noah Rubin, Aldila Sutjiadi, Varvara Gracheva, Tennys Sandgren e Reilly Opelka. Alcuni nomi sono più noti al grande pubblico, altri meno, ma tutti hanno deciso di esporsi in prima persona per sollevare dubbi sulla governance del tennis mondiale.
Djokovic resta fuori, ma l’ombra della PTPA è forte
Sorprendentemente, tra i firmatari non c’è Novak Djokovic, il numero uno serbo che nel 2020 ha fondato, insieme a Vasek Pospisil, la Professional Tennis Player’s Association (PTPA), un sindacato indipendente nato proprio per contrastare il potere delle istituzioni ufficiali. Secondo Fanpage, Djokovic avrebbe scelto di non apporre la sua firma per evitare che la vicenda fosse letta come un attacco personale a Sinner, con cui ha un rapporto di stima e rivalità sportiva.
Tuttavia, la PTPA ha giocato un ruolo fondamentale nella stesura del documento e nel raccogliere adesioni: oltre 300 giocatori avrebbero espresso supporto all’iniziativa, tra cui anche alcuni top player che, però, avrebbero preferito rimanere anonimi per timore di ritorsioni da parte delle istituzioni.
Uno dei nomi più noti a esporsi pubblicamente è quello di Nick Kyrgios, che non ha mai avuto paura di dire la sua e che, in questa vicenda, ha confermato le tensioni interne al circuito: "Sapevamo da tempo che c’era un problema. Io, Pospisil e Djokovic volevamo cambiare le cose, e ora è il momento di farlo."
Sinner e il caso doping: accuse di trattamento di favore
Il fulcro della denuncia riguarda la gestione del caso di Jannik Sinner, risultato positivo a uno steroide anabolizzante vietato, ma assolto senza sanzioni dopo aver spiegato che la sostanza era stata assunta accidentalmente. L’ITIA, l’agenzia antidoping del tennis, ha accettato la sua versione senza approfondire ulteriormente.
Secondo i firmatari della denuncia, questo rappresenterebbe una grave disparità di trattamento rispetto ad altri casi simili, in cui i giocatori sono stati sanzionati o sospesi in via cautelare. Il documento solleva quindi il sospetto che l’ITIA adotti due pesi e due misure, favorendo alcuni atleti rispetto ad altri in base alla loro rilevanza commerciale e al peso politico nel circuito.
Questo non significa che i dodici firmatari accusino Sinner di doping volontario, ma il punto centrale della denuncia è un altro: se le regole valgono per tutti, allora devono essere applicate allo stesso modo per chiunque.
Il tennis a un bivio: battaglia aperta sul futuro del circuito
L’accusa lanciata dai dodici tennisti apre una frattura profonda nel mondo del tennis. Da un lato ci sono le istituzioni ufficiali, che difendono il loro operato e respingono le accuse. Dall’altro c’è un gruppo sempre più nutrito di giocatori che chiedono maggiore equità e trasparenza nella gestione dello sport, in particolare sulle questioni economiche e disciplinari.
La PTPA, in questo scenario, sta cercando di imporsi come un’alternativa alle strutture esistenti, promuovendo una riforma radicale del tennis professionistico. Ma la strada è tutt’altro che semplice: l’ATP e la WTA continuano a esercitare un forte controllo sugli eventi del circuito, e le istituzioni non sembrano intenzionate a cedere terreno.
Ciò che è certo è che questa battaglia non si esaurirà con un semplice comunicato. Il tennis mondiale si trova davanti a un bivio storico, e il caso Sinner rischia di diventare il detonatore di un cambiamento più ampio. Il rischio, però, è che la frattura si allarghi ancora di più, portando a uno scontro che potrebbe riscrivere il futuro di questo sport.