Quella sensazione di perdita e malinconia che prende quando, d’estate, si rimane a casa sul divano magari scrollando i social senza mettere il naso fuori di casa ora ha un nome: il Sunshine Guilt è un sentimento che tutti noi abbiamo provato almeno una volta nella vita e che è diventato tema di discussione, soprattutto tra Millennials e Gen Z, i più colpiti dal fenomeno.
Sunshine Guilt: il senso di colpa estivo di Millennial e Gen Z
Si tratta di una variante della famigerata FOMO (fear of missing out) ma in chiave stagionale, ovvero la paura di privarsi di esperienze uniche e, presumibilmente, piacevoli, rimanendo a casa durante una giornata di sole e dando perciò spazio all’inadeguatezza: dopo mesi di piogge, cieli grigi, temperature rigide e strati di vestiti, si prova quasi l’obbligo di dover approfittare della bella stagione sentendosi in colpa se non si vuole, o non si riesce. A ciò ovviamente si aggiunge, come da copione social, il malsano confronto con le vite altrui: ci si autoconvince quindi che, gli altri, a differenza nostra, stiano sicuramente sfruttando al meglio la bella stagione. Un pensiero tossico alimentato da stories e foto in cui tutti sembrano intenti in viaggi avventurosi, vacanze in lidi paradisiaci ed attività da sogno. Proprio su TikTok, l’influencer Renee Reina ha condiviso un video in cui parla della sua esperienza con il Sunshine Guilt: “Fuori è una giornata bellissima ma io sono stanca. Ora però sento la pressione di uscire, fare una passeggiata e godermi il bel clima finché dura. Non posso divertirmi stando a casa perché, adesso, tutto il tempo lo trascorro pensando che dovrei essere là fuori. Praticamente la mia giornata è rovinata”. E nei commenti paradossalmente c’è chi ammette di odiare la bella stagione proprio per il Sunshine Guilt.
Per combattere o quantomeno ridurre questa sensazione i consigli sono svariati: aprire le finestre per fare entrare al massimo la luce in casa, adornare di piante e fiori il luogo in cui si vive così da creare l’estate in casa, perfino arredare l’appartamento con decorazioni, mobili o utensili colorati per simulare strategicamente la luminosità dell’esterno.
È giusto anche mostrare compassione agli altri e soprattutto a sé stessi, ricordando che l’equilibrio è la chiave di tutto: alcuni specialisti consigliano di trovare delle attività outdoor che appassionino e uscire per il richiamo della serotonina e non per obbligo.
Infine, un sano distacco dai social non può che giovare alla propria salute mentale: confrontare la propria esistenza con la costruzione spesso farlocca delle vite online è spesso la via più breve per una sensazione, verosimilmente del tutto errata, di inadeguatezza.