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Trump alza i dazi, Lula esplode: “Non siamo una colonia”

- di: Matteo Borrelli
 
Trump alza i dazi, Lula esplode: “Non siamo una colonia”

La sindaca toglie i bronzi per vizi procedurali, la presidenza propone trasloco.

(Foto: Fidel Castro e Che Guevara).

Rimosse le statue per “vizi procedurali”

Il 16 luglio 2025 Alessandra Rojo de la Vega, sindaca di Cuauhtémoc (CdMX), ha disposto la rimozione delle statue in bronzo di Fidel Castro ed Ernesto “Che” Guevara — poste nel parco della colonia Tabacalera dal 2017 — per gravi irregolarità: nessuna cédula del Comitato di Monumenti (COMAEP), nessuna autorizzazione ufficiale, e custodia “irregolare” affidata a un dipendente comunale senza mandato.

La sindaca ha dichiarato: «Così non si fanno le cose».

Un’opera contestata sin da subito

Le statue — opere del celebre scultore Óscar Ponzanelli (1966–2024), 250 kg di bronzo raffiguranti Fidel con sigaro e libro, il Che con pipa — erano state collocate in omaggio a un incontro del 1955 tra i due rivoluzionari.

Fin dall’inaugurazione sono state oggetto di vandalismi (vernici bianche/rosse nel 2021) e persino di un tentativo di furto nel 2020.

Tensioni politiche e comunitarie

Il ritiro ha sollevato critiche: la presidente della Repubblica Claudia Sheinbaum ha espresso “rammarico” e proposto un trasferimento “altrove”, citando l’esempio della statua di Colombo.

Il Partito Comunista del Messico (PCM), duramente contrario, ha bollato la mossa come “anticomunista” e chiamato a manifestazioni, accusando la sindaca di togliere «un simbolo della solidarietà Cuba-Messico».

La ricollocazione: ipotesi in campo

Sheinbaum ha suggerito di trattare direttamente con il governo capitale per trovare “una nuova casa” alle statue, ribadendo che – se non gradite in Tabacalera – meriterebbero comunque un contesto adeguato, come avvenuto con Colombo.

Tabacalera, febbre rivoluzionaria e degrado urbano

La colonia Tabacalera, zona centrale e bohemien della capitale, ospitò nel 1955 il primo incontro tra Fidel e Che, prima della spedizione del Granma. Storicamente ritrovo di artisti e intellettuali, oggi vive problemi di degrado, traffico e sicurezza, accentuati dalla presenza delle statue, spesso bersaglio di proteste.

Il quadro

La rimozione stempera una tensione cittadina tra diritto urbano e memoria storica. Da un lato la legalità amministrativa, dall’altro l’identità comunitaria che vede nelle statue un simbolo di resistenza e alleanza internazionale.

Il ruolo di Sheinbaum — mediazione politica — potrebbe evitare un’escalation: trasferendole, si garantisce memoria preservando sindacati e processi. Ma il PCM non accenna a perderne di vista la valenza ideologica, evocando manifestazioni e scontri.

Curioso il contrasto con Colombo: il governo ha dimostrato che le rimozioni possono diventare opportunità di ricollocazione, ma le statue di Fidel e Che sono polarizzanti. L’eventuale nuova destinazione richiederà trasparenza e consenso — stavolta con ogni permesso in regola.

A che punto siamo (a oggi)

  • 16 luglio 2025: rimozione da parte del municipio di Cuauhtémoc.
  • 17 luglio 2025: Sheinbaum propone ricollocazione.
  • In arrivo: trattative tra Governo federale, sindaca, COMAEP e partiti.
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