Lo shutdown del governo federale degli Stati Uniti, iniziato questa settimana a causa del mancato accordo sul bilancio al Congresso, ha avuto immediate ripercussioni anche dall’altra parte del Pacifico.
In Giappone, due dei più noti eventi pubblici legati alla presenza militare americana sono stati annullati, segnalando quanto l’impasse di Washington possa riverberarsi sulle basi d’oltremare.
Shutdown Usa, stop agli eventi nelle basi in Giappone
A Yokosuka, città portuale a sud di Tokyo e sede della Settima Flotta della Marina Usa, il municipio ha comunicato la cancellazione del tradizionale spettacolo pirotecnico, uno degli appuntamenti più popolari per i cittadini e i turisti.
Il nodo di Yokosuka
Ogni anno l’evento richiama circa 190mila spettatori, metà dei quali assiste allo spettacolo proprio dagli spazi della base americana, aperti al pubblico per l’occasione.
Quest’anno, però, la Yokosuka Friendship Day, prevista per domenica, è stata annullata: la chiusura parziale di alcune agenzie federali statunitensi, rimaste senza fondi dopo la fine dell’anno fiscale a settembre, ha impedito di garantire l’accesso e i servizi di sicurezza.
Le autorità municipali hanno valutato sedi alternative per ospitare il pubblico, ma non hanno trovato soluzioni che potessero rispettare gli standard di sicurezza. La decisione finale è stata quindi di cancellare l’intero evento, con grande delusione per residenti e commercianti che contavano sull’indotto.
Anche Okinawa rinuncia alla festa
Un analogo destino è toccato alla Futenma Flight Line Fair, una manifestazione tradizionale organizzata dal Corpo dei Marines presso la base aerea di Futenma, a Okinawa, dove sono stanziati oltre 25mila militari Usa.
Anche in questo caso, il blocco dei fondi federali ha impedito lo svolgimento dell’evento, che ogni anno rappresenta un momento di apertura della base verso la comunità locale, in un contesto spesso segnato da tensioni per la presenza militare americana.
Un riflesso delle tensioni interne a Washington
Gli annullamenti in Giappone evidenziano come lo shutdown non sia soltanto un problema di amministrazione interna degli Stati Uniti ma possa avere effetti reputazionali e logistici sulla presenza militare all’estero.
La Settima Flotta, con quartier generale a Yokosuka, è un pilastro della strategia americana di contenimento e deterrenza nell’Indo-Pacifico, in particolare nel confronto con la Cina nel Mar Cinese Meridionale e attorno a Taiwan. La sospensione di eventi pubblici può sembrare un dettaglio, ma segnala fragilità organizzative e mette in discussione la continuità delle attività non strettamente operative.
Simbolo della proiezione Usa e della dipendenza giapponese
Per il Giappone, le basi americane non sono solo infrastrutture militari: rappresentano un pilastro della sicurezza nazionale, garantito dal trattato di alleanza con Washington, e al tempo stesso una fonte di frizione politica con le comunità locali, specialmente a Okinawa.
L’annullamento di eventi come la Friendship Day e la Flight Line Fair priva il Pentagono di importanti occasioni di soft power, in cui le forze armate statunitensi cercano di rafforzare i legami con la popolazione ospitante, mitigando le tensioni legate alla presenza militare.
Un segnale sullo stato della superpotenza
Il caso giapponese ricorda che lo shutdown federale non è solo una crisi di bilancio ma il riflesso di un più profondo stallo politico a Washington, che incide sulla capacità di proiezione globale degli Stati Uniti.
Ogni interruzione di attività, anche simbolica, in basi chiave come Yokosuka o Futenma, invia un messaggio alla regione: la potenza garante della sicurezza indo-pacifica non è immune dalle proprie fragilità interne.
Mentre l’amministrazione americana lavora per trovare un accordo al Congresso e ripristinare i fondi, alleati e rivali osservano con attenzione come le dinamiche interne degli Stati Uniti possano influire sulla stabilità del loro impegno internazionale.