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Sarkozy in carcere ma resta sotto protezione permanente

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Sarkozy in carcere ma resta sotto protezione permanente

Da quando è entrato nel penitenziario di La Santé, a Parigi, l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy è sorvegliato in modo continuo da due agenti della polizia nazionale. La protezione è garantita 24 ore su 24, 7 giorni su 7, ed è stata confermata questa mattina dal ministro dell’Interno Laurent Nuñez, intervenuto a CNews ed Europe 1. Il ministro ha spiegato che «finché necessario, finché lo riterremo utile» questo dispositivo rimarrà attivo, precisando che Sarkozy «disponeva già di un sistema di protezione prima dell’ingresso in carcere» e che «è stato semplicemente mantenuto».

Sarkozy in carcere ma resta sotto protezione permanente

Nuñez ha ricordato che l’ex capo dello Stato «è un cittadino come gli altri, ma ci sono minacce leggermente più significative che gravano sull'ex Presidente della Repubblica». Per questo l’apparato di sorveglianza – normalmente previsto per figure istituzionali ancora qualificate come “personalità sensibili” – è stato trasferito all’interno dell’istituto penitenziario. I due agenti si trovano nei pressi della cella, nella sezione di isolamento, e accompagnano Sarkozy negli spostamenti consentiti: pausa d’aria, biblioteca, palestra o visite mediche. In teoria non dovrebbe incontrare altri detenuti.

La sorpresa all’interno del carcere
Secondo quanto riportato da Bfmtv, la decisione avrebbe sorpreso parte del personale penitenziario, perché un apparato del genere è raro in detenzione: è un dispositivo che appartiene al mondo della tutela delle alte cariche dello Stato, più che alla vita carceraria ordinaria. Nuñez ha chiarito che la scelta è stata presa «in accordo con il Ministero della Giustizia» e che l’obiettivo è «assicurare la sicurezza di una figura che rimane esposta a un livello di rischio superiore alla media».

Il precedente istituzionale
Il caso è inedito nella V Repubblica: mai un ex Presidente era stato detenuto in un istituto penitenziario ordinario mantenendo contestualmente le prerogative di protezione da personalità di Stato. Fino a oggi, le vicende giudiziarie di altri ex leader (come Jacques Chirac) si erano concluse prima dell’ingresso in carcere, oppure con misure alternative. La detenzione fisica di Sarkozy, e la necessità di proteggerlo come se fosse ancora in carica, rende la vicenda doppiamente eccezionale.

Il dibattito politico: sicurezza o privilegio?
L’opinione pubblica francese è divisa: per alcuni la presenza della scorta è una misura logica e dovuta, visto lo status dell’ex Presidente e le minacce personali. Per altri, soprattutto tra i sindacati penitenziari, la protezione permanente rischia di essere letta come un segnale di “trattamento differenziato” rispetto agli altri detenuti. Il governo respinge l’ipotesi di “corsia speciale”, ricordando che non si tratta di un privilegio carcerario ma di un dispositivo di sicurezza che già esisteva e viene solo dislocato.

Conseguenze simboliche

L'intera vicenda assume un valore politico che va oltre il procedimento penale. La presenza costante della polizia accanto a un ex capo dello Stato detenuto mostra come la Francia stia entrando in un territorio costituzionale inesplorato: da un lato l’esecuzione della pena, dall’altro la salvaguardia di una figura che continua ad avere un peso simbolico nella memoria istituzionale del Paese. È questo doppio registro – giustizia ed equilibrio costituzionale – a spiegare la scelta di mantenerne la protezione.

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