Rete unica: per Tim ennesimo stop, dopo il no di Urso e Butti

- di: Redazione
 
Non è nemmeno finita nella casella che impone di restare fermi un giro, ma proprio in quella - inaugurata per l'occasione - che la porta fuori del quadrato del Monopoli. Tim, suo malgrado, deve bere, nuovamente, l'amaro calice della delusione/sconfitta, questa volta sulla delicata questione della rete unica, una operazione che doveva avere come vittima sacrificale Open Fiber.
A spazzare speranze e false illusioni è stata la nota congiunta con cui il ministro Adolfo Urso e il sottosegretario Alessio Butti hanno messo un secco ''no'' alla santa alleanza tra Tim e Open Fiber, con Cassa Depositi e Prestiti a fare da garante della buona riuscita dell'alleanza.

Rete unica: per Tim ennesimo stop

La nota Urso-Butti dice tanto, ma non può mettere la parola fine a questa vicenda. E in ogni caso una soluzione deve essere trovata non presto, ma prestissimo, entro il 31 dicembre, che se non è domani, ci si avvicina molto.
In ogni caso, l'ad di Tim Pietro Labriola deve prendere atto che il suo piano di vendere la rete a Cdp è diventato impraticabile, anche perché sarebbe difficile fare accettare che Vivendi ha fatto una valutazione (31 miliardi) che può anche essere plausibile, ma che attualmente appare, come si potrebbe dire, fuori mercato.

Anche perché a mettere un punto di domanda su questa valutazione e quindi sulla praticabilità di questa soluzione è lo stesso sottosegretario Butti, che non ci sta proprio a fare pagare tanto una rete che, se va ancora bene oggi, tra pochi anni appena sarà superata. Quindi, perché pagare tanto per una rete che diventerà ''vecchia'', ma che non può certo farlo sulle spalle del contribuente-risparmiatore? Butti, peraltro, in questa vicenda qualcosa conta, se è vero che dopo il vertice tra il presidente del Consiglio, Meloni, il ministro dell'Economia, Giorgetti, quello delle Imprese, Urso, è uscito con in tasca il mandato di risolvere la vexata quaestio.

D'altra parte Butti, per quel che se ne sa, non è mati stato un convinto sostenitore della rete unica, considerando il ruolo di Cassa Depositi e Prestiti, azionista di entrambe le società. E Tim, intanto? Resta a metà del guado, sapendo che raggiungere una delle due rive sarà una vera impresa. Anche perché ha un grosso problema da risolvere: mettere denaro in cassa, a fronte del fallimento del progetto di vendere la rete, così come le quote di minoranza di TIM Enterprise.
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