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Re Carlo e Camilla oggi in Vaticano

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Re Carlo e Camilla oggi in Vaticano

Re Carlo III e la regina Camilla sono oggi a Roma per l’avvio della visita di Stato alla Santa Sede (22–23 ottobre), primo incontro ufficiale con papa Leo XIV dopo l’elezione del pontefice in primavera. In programma un’udienza privata nel Palazzo Apostolico e – momento clou – una preghiera comune nella Cappella Sistina, evento senza precedenti dai tempi della Riforma: un sovrano inglese e un papa insieme in un rito pubblico. La corte e il Vaticano presentano l’appuntamento come un passo simbolico nel cammino tra cattolici e anglicani, nel segno dell’Anno Giubilare 2025.

Re Carlo e Camilla oggi in Vaticano

La preghiera congiunta in Sistina – con riferimento al creato e alla custodia dell’ambiente, temi cari al re – viene descritta come il primo atto pubblico di questo tipo in 500 anni. I media britannici e vaticani la leggono come un gesto di riconciliazione, che aggiorna l’ecumenismo a linguaggi condivisi (pace, clima, tutela dei più fragili). L’appuntamento segue il rinvio della visita di aprile, dovuto ai problemi di salute del pontefice allora in carica, e si inserisce in un percorso di relazioni più intense tra Londra e Santa Sede.

Il quadro diplomatico
Buckingham Palace sottolinea la cornice di Stato dell’incontro, con un’agenda che si estende oltre l’udienza: eventi ecumenici, momenti culturali e la partecipazione al programma giubilare. Per la monarchia è anche un esercizio di soft power: Carlo, governatore supremo della Chiesa d’Inghilterra, riafferma un profilo di “ponte” tra comunità di fede e attori globali, in una fase in cui il Regno Unito cerca canali di influenza post-Brexit basati su cultura, scienza e diplomazia religiosa.

Le tappe romane
Oltre alla Sistina, è prevista una tappa alla Basilica di San Paolo fuori le Mura. Qui, secondo anticipazioni di stampa, al re sarà riconosciuto il titolo onorifico di “Royal Confrater” dell’abbazia, con una seduta dedicata a memoria della visita: un segnale di fraternità spirituale legato alla tradizione benedettina e alle antiche radici cristiane d’Oltremanica. La giornata di oggi apre il segmento istituzionale; domani sono attesi i momenti liturgici condivisi.

Il significato per le Chiese
Per Roma l’incontro valorizza il cantiere ecumenico avviato dai predecessori e rilanciato nel quadro del Giubileo. Per Canterbury e per la Chiesa d’Inghilterra, la presenza del monarca – custode formale della comunione anglicana – in una celebrazione con il papa è un segno di maturità: non azzera differenze dottrinali, ma consolida cooperazioni concrete (migranti, ambiente, aiuto umanitario, salvaguardia del patrimonio). La scelta di una preghiera, più che di un atto teologico, evita letture divisive e moltiplica la portata simbolica.

Un re con agenda “green”
Carlo porta in Vaticano il suo dossier più identitario: clima, biodiversità, cura del creato. Già da principe di Galles promuoveva alleanze trasversali tra istituzioni religiose e comunità scientifiche; oggi il linguaggio è quello della diplomazia climatica, dove il richiamo morale delle Chiese può incidere su comportamenti sociali e filiere industriali. Il Vaticano ha allineato il messaggio alla dimensione giubilare (“pellegrini di speranza”) e al rilancio dei patti educativi globali.

Il contesto e i precedenti
L’ultima visita di un sovrano britannico al papa fu segnata da forti cautele liturgiche; questa volta, la scelta di pregare insieme ribalta l’impostazione e segna un prima/dopo nei rapporti tra le due sponde dell’ecumene cristiana. Anche la tempistica rafforza il segnale: il re prosegue gli impegni ufficiali nonostante la gestione della salute, mentre la Santa Sede, con il nuovo pontefice, imprime un’accelerazione ai gesti di amicizia con il mondo anglicano.

Che cosa aspettarsi
Dalla due giorni romana non usciranno documenti dottrinali, ma immagini-manifesto: la stretta di mano in Apostolico, la preghiera in Sistina, l’abbraccio davanti alla tomba dell’Apostolo alle Tre Fontane o a San Paolo, e il linguaggio comune su pace e ambiente. Nella stagione delle fratture geopolitiche, il Regno Unito e la Santa Sede investono su un capitale reputazionale fatto di simboli condivisi più che di protocolli: un’alleanza di influenza morbida che, per entrambi, vale quanto un trattato.

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