(Foto: la sala del Consiglio dei ministri, il Governo ha approvato un disegno di legge delega per la riforma degli ordinamenti professionali).
Il provvedimento
Il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge delega per la riforma degli ordinamenti professionali. Il testo interessa 14 categorie: architetti, ingegneri, geometri, consulenti del lavoro, consulenti in proprietà industriale, attuari, agronomi e forestali, periti agrari e industriali, spedizionieri doganali, assistenti sociali, giornalisti. Restano fuori – almeno per ora – avvocati, professioni sanitarie e commercialisti. Per queste ultime la riforma prevede rinvii o norme parziali. È il primo intervento organico dopo la legge 2011-2012.
Poteri agli Ordini
Gli Ordini professionali vengono qualificati come enti pubblici non economici. Ricevono nuove funzioni sul piano disciplinare e gestionale. Saranno istituiti i Consigli di disciplina territoriali e nazionali. Dovranno regolare tempi e modalità dei procedimenti, anche con strumenti telematici. Prevista la formazione obbligatoria dei consiglieri. Sul fronte elettorale arriva la quota di genere: i regolamenti degli Ordini dovranno introdurre doppia preferenza, alternanza nelle liste o altri sistemi per garantire la rappresentanza femminile.
Attività riservate
La riforma chiarisce il perimetro delle attività riservate. Vengono collegate a titolo di studio, tirocinio ed esame di abilitazione. Restano libere le prestazioni non indicate come riservate dalla legge. Definiti anche i casi di incompatibilità professionale: obiettivo, evitare sovrapposizioni con attività che possono compromettere indipendenza e trasparenza.
Formazione e specializzazioni
La formazione continua diventa un obbligo regolato in maniera uniforme a livello nazionale. Previsti criteri per il riconoscimento dei crediti, percorsi di aggiornamento e certificazioni. Gli Ordini nazionali avranno anche competenza sulla disciplina delle specializzazioni. Possibile la collaborazione con le università.
Equo compenso
Il principio di equo compenso viene esteso a tutte le prestazioni professionali, non più soltanto nei rapporti con grandi committenti come banche e assicurazioni. Gli Ordini saranno chiamati ad aggiornare i parametri di riferimento per la determinazione dei compensi. La remunerazione dovrà risultare proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro.
Tutele per i professionisti
Previste misure di protezione per i professionisti colpiti da patologie gravi, infortuni o maternità. Sarà possibile rinviare scadenze fiscali, previdenziali e contributive. Le modalità di applicazione saranno definite nei decreti attuativi.
Società tra professionisti
Capitolo a parte per le società tra professionisti (Stp). Vengono ridefiniti i criteri di iscrizione agli albi, gli obblighi assicurativi, le responsabilità deontologiche. Norme specifiche anche su composizione societaria e partecipazione dei soci di capitale. L’obiettivo è allineare il regime delle Stp con quello delle società commerciali, mantenendo la coerenza con i principi ordinistici.
Tempistiche e decreti
Il Governo avrà 24 mesi di tempo per emanare i decreti legislativi attuativi. I testi saranno adottati su proposta del ministro competente, previa consultazione dei Consigli nazionali delle professioni interessate. Successivamente passeranno alle Camere, che avranno 30 giorni per esprimere parere. Possibile anche la redazione di testi unici per singole categorie, come veterinari o ingegneri.
I numeri della riforma
Il disegno di legge contiene oltre 20 principi guida: governance di genere, rafforzamento della disciplina, ridefinizione delle incompatibilità, revisione degli esami di Stato, aggiornamento della formazione professionale, riforma delle società tra professionisti, estensione dell’equo compenso. L’intervento interessa direttamente più di 2 milioni di iscritti agli Ordini in Italia e si intreccia con la disciplina europea sulle libere professioni.